Prestiti: sei italiani su dieci li utilizzano, ma cala il debito medio
12 mar 2025 | 4 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.

Pur prestando attenzione alla sostenibilità della rata mensile, oggi quasi 6 italiani su 10 ricorrono al credito: nel complesso, l’incidenza dei mutui oggi rappresenta il 23,5% del totale dei finanziamenti attivi, mentre la quota di prestiti personali arriva al 28,9%.
Sono però i prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi quali auto, moto, elettronica ed elettrodomestici, articoli di arredamento, viaggi, ecc. a risultare la forma di finanziamento più diffusa, con una quota che arriva quasi al 50% del totale.
Se si guarda alla tipologia di beni e servizi per cui si ricorre maggiormente al credito, al primo posto troviamo le spese relative alla casa (34,1%), seguite dai mezzi di trasporto (30%) e da elettronica ed elettrodomestici (21,1%). A fare il punto della situazione è la Mappa del Credito realizzata da Mister Credit - partendo dall’analisi dei dati disponibili in Eurisc, il sistema di informazioni creditizie gestito da Crif.
Le forme di finanziamento più diffuse
Per quanto riguarda la tipologia dei finanziamenti più diffusi tra le famiglie italiane, l’analisi condotta da Mister Credit mostra al primo posto i prestiti finalizzati (destinati all’acquisto di beni e servizi quali auto, moto, elettronica ed elettrodomestici, articoli di arredamento, ecc.) che sfiorano quota 50% sul totale (nello specifico 47,6%, -0,5% rispetto all’anno precedente) e registrano una rata media di 134 euro (+1,2% rispetto al 2023). Al secondo posto si posizionano i prestiti personali, con una quota pari al 28,9% (+1,6%) e una rata media di 252 euro (+1,4%). Al terzo posto si collocano i mutui per l’acquisto di abitazioni, che si attestano al 23,5% sul totale (-1,1%) e registrano una rata media di 591 euro (-1,2%).
L’analisi territoriale della mappa del credito
Le regioni in cui i cittadini ogni mese rimborsano la rata media più elevata sono il Trentino-Alto Adige, con 402 euro, la Lombardia con 319 euro, e il Veneto, con 306 euro. Seguono l’Emilia-Romagna e il Friuli-Venezia Giulia, rispettivamente con 296 e 293 euro. In tutte queste regioni la mappa rileva un’elevata incidenza dei mutui che si caratterizzano per un importo da rimborsare decisamente più elevato rispetto alle altre forme di finanziamento considerate.
Al contempo, in queste regioni il reddito disponibile risulta spesso più elevato rispetto alla media nazionale e questo consente ai consumatori di rimborsare una rata più elevata senza intaccare il livello di sostenibilità finanziaria. Al Sud e nelle Isole le rate mensili sono invece decisamente più basse, soprattutto in Calabria, dove si attestano a 233 euro, in Molise (235 euro) e in Sicilia (235 euro) in virtù della più modesta incidenza dei mutui. L’analisi delle variazioni sulla rata media rimborsata ogni mese mette in luce significative differenze tra le regioni italiane, con il Trentino–Alto Adige che registra un incremento del 7% in un anno e la Campania che segna un +2,4%. La decrescita più marcata invece avviene in Piemonte con un -2,5%. Secondo l’analisi di Crif, tale divario può essere interpretato alla luce di molteplici fattori, tra cui le differenze di reddito pro capite e il valore degli immobili.
Cala il debito residuo da rimborsare
Anche per quanto riguarda il debito residuo ancora da rimborsare il Trentino-Alto Adige si conferma sempre in cima ranking nazionale, con 48.214 euro pro capite, seguito dalla Lombardia, con 40.575 euro. Emilia-Romagna e Veneto si caratterizzano per un’esposizione residua intorno ai 38.000 euro. Nel complesso in tutte queste regioni si evidenzia una elevata incidenza dei mutui.
All’estremo opposto della classifica, con soli 19.301 euro, gli abitanti della Calabria risultano avere un debito residuo pari circa alla metà di quello dei veneti e degli emiliano-romagnoli. Solamente nelle regioni del Sud e Isole, il valore che rimane ancora da rimborsare per estinguere i finanziamenti in corso risulta inferiore ai 25.000 euro.
Nel complesso, rispetto all’anno precedente si registra un calo del debito residuo in tutte le regioni, tranne il Trentino-Alto Adige (dove aumenta del 3,2%). In questa regione si rileva un aumento della quota dei mutui, che passa dal 25,7% al 28,4% sul totale dei finanziamenti, mentre nelle altre regioni si assiste soprattutto alla crescita della quota dei prestiti personali o finalizzati.
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