Mercato auto italia, crollo continuo
12 ago 2022 | 2 min di lettura | Pubblicato da Franco C.
Prosegue la crisi dell’auto in Italia. Per il 13° mese consecutivo, le immatricolazioni, a luglio, si attestano a 109.580 unità, in calo dello 0,9% sul 2021 e di ben il 28,5% sul 2019 prima della pandemia. Sul banco degli imputati c'è la carenza di chip che ha causato difficoltà ai costruttori i quali faticano ancora a produrre le auto ordinate, soprattutto quelle di fascia medio-bassa. Un disastro che si manifesta solo a guardare l'andamento dei prestiti auto che continua a segnare il passo.
Forte cisi di prodotto
“La carenza di prodotto è talmente forte da avere effetti negativi per i potenziali acquirenti di auto sia nuove che usate - spiega Gian Primo Quagliano, presidente Centro Studi Promotor - Per le nuove i tempi di attesa si sono molto dilatati: i prezzi dei concessionari sono aumentati perché si sono ridimensionati gli sconti che potevano arrivare fino al 10% sul listino”.
L'usato riprende quota
La crisi spinge molti consumatori a puntare sull’usato: a luglio il mercato della seconda mano è cresciuto del 20%, con 2,7 milioni di unità passate di mano da inizio anno, in rialzo del 30% anno su anno. “L’85% dei concessionari dice di avere giacenze di usato insufficienti a far fronte alla domanda - aggiunge Quagliano - Una situazione che ha determinato la crescita dei prezzi dell'usato”.
Crolla l'elettrico
Per quanto concerne le alimentazioni, soffrono le elettriche che a luglio sono crollate del 29,9%, quasi come le ibride plug-in, precipitate in basso del 23,4%. Guadagnano qualcosa le ibride (+13,7%) che raggiungono una quota su base annua del 32,5%: calo costante invece, per i diesel (-10,1%) che si attestano al 20,2% di quota mercato. Aumento delle vendite dell'8,9%, invece, a luglio, per le benzina mentre le gpl rappresentano il 7,9% dell’immatricolato di luglio.
Federauto chiama in causa il governo
La causa del crollo delle elettriche, secondo Federauto, sta nella decisione del governo di destinare i contributi statali solo agli acquisti di privati e car sharing. Tanto che viene richiesto un nuovo intervento governativo. “Una riforma strutturale incentrata sulla leva fiscale dell’auto aziendale - sottolinea Adolfo De Stefani Cosentino, presidente della Federazione dei concessionari auto - avrebbe impatti positivi sul mercato del nuovo, dell’usato e dell’indotto”.
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