Famiglie italiane, le più virtuose d'Europa
19 giu 2015 | 2 min di lettura | Pubblicato da Franco C.
Secondo l'Ocse in Italia si concentra la percentuale minore di famiglie indebitate
Le famiglie italiane svettano tra le più oculate del mondo, data la loro estrema attenzione all'indebitamento. E' quanto risulta dal rapporto dell'Ocse sulle diseguaglianze economiche, secondo cui in Italia soltanto un quarto delle famiglie ha dei debiti, rispetto alla media dell'Ocse che sfiora il 50%.
Famiglie poco indebitate. In dettaglio, secondo il rapporto Ocse, le famiglie italiane indebitate sono il 25,2% del totale, davanti a Slovacchia (26,8%), Austria (35,6%) e Grecia (36,6%). Percentuale, la nostra, ben distante dai livelli delle altre due maggiori economie dell’Eurozona, cioè la Francia, che ha il 46,8% dele famiglie indebitate, e la Germania (47,4%) e ancora più distante dalla Gran Bretagna (50,3% di famiglie indebitate) e dagli Stati Uniti (75,2%). In Italia, inoltre, è quasi del tutto assente il sovraindebitamento, cioè un ammontare di debito pari almeno al 75% del valore degli asset posseduti. Nell'area Ocse il sovrindebitamento tocca, in media, il 10% mentre soltanto il 2,3% delle famiglie italiane ha un rapporto debito-asset che è superiore al 75%, e soltanto il 2,8% ha un rapporto debito-introiti che è superiore a 3.
La casa bene rifugio.Terzo dato: generalmente l'abitazione è la principale forma di ricchezza delle famiglie italiane, di quelle più abbienti e di quelle più povere. La casa, infatti, rappresenta il 75%, in media, del patrimonio delle famiglie di casa nostra. Da questo punto di vista, secondo l'Istat, le famiglie italiane detengono oltre il 90% del patrimonio residenziale complessivo. E' lo stesso ente di statistica a publicare per la prima volta la stima sul valore delle principali attività non finanziarie in possesso delle famiglie, società e amministrazioni pubbliche. Secondo l'Istat, tra il 2001 e il 2011, il valore dello stock abitativo italiano è quasi raddoppiato. Nel biennio successivo, però, la discesa dei prezzi del mercato immobiliare residenziale ha determinato la riduzione nel valore medio delle abitazioni: la conseguenza è stata la contrazione nel valore della ricchezza abitativa, scesa del 3,5% in due anni. Lo stock di beni durevoli posseduto dalle famiglie italiane, sempre secondo l'Istat, è cresciuto in maniera regolare fino al 2011 ma, negli ultimi due anni, ha subito cadute significative (nel 2012 -0,5%, nel 2013 -2,5%) indotte dalla dinamica negativa degli acquisti di automobili.
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