Tempi difficili per i laureati statunitensi

Questa è la situazione, tutt’altro che confortante, messa in luce dal report Student Debit and the Class of 2013 che ha preso in esame la situazione di oltre 1.000 college aderenti al Project on student debit dei Ticas. Un quadro delineato, purtroppo o per fortuna, in maniera parziale in quanto solo poco più della metà degli istituti (57%) si è visto ben disposto nel fornire i dati richiesti e, inoltre, c’è da considerare l’eventualità che alcuni college potrebbero aver “giocato al ribasso” nella stima dell’indebitamento degli ex allievi.

Ed intanto la bolla dei prestiti universitari lievita negli Stati Uniti.

Si tratta di un trend ormai comunemente conosciuto quello dei finanziamenti personali agli studenti: negli Usa in maniera abituale molti di coloro che desiderano iscriversi ai college richiedono un prestito per supportare tale decisione, con la speranza e l’obiettivo di ripagarlo con il futuro impiego. Il problema nasce però nel momento in cui questo progetto diventa sempre più lontano per la mancanza di lavoro. Si parla di numeri consistenti: il 7,8% dei laureati è disoccupato, il 16,8% lavora meno di quanto vorrebbe, è in cerca di un’occupazione oppure ha abbandonato questa ricerca. Situazione diversa se si parla di college pubblici o privati: nei primi infatti risulta una stima dell’indebitamento più modesta.

Il problema di fondo sembra essere il fatto che tali finanziamenti per l’istruzione non si adattano alle reali esigenze degli studenti ed ai cambiamenti di vita dettati dal contesto attuale americano; si dovrebbe, probabilmente, immaginare interessi meno stringenti che lascino un appiglio nel caso in cui il laureato si trovi in un momento difficoltoso.