Diritto alla riparazione, escluso il 96% degli elettrodomestici
7 nov 2024 | 2 min di lettura | Pubblicato da Paolo F.
Il diritto alla riparazione è in vigore, ma non è ancora una realtà. La direttiva Ue che obbliga i fabbricanti di prodotti al consumo a fornire servizi di riparazione tempestivi ed economici è stata approvata dal Parlamento europeo nel 2024. Secondo Open Repair Alliance, un’associazione che da anni si occupa del tema, il 96% dei prodotti non sarebbe coperto dal diritto alla riparazione.
L’esperienza dei Repair Café
Dal 2009, Open Repair Alliance organizza i Repair Café, eventi che chiamano a raccolta le comunità locali per promuovere la riparazione di oggetti elettronici. Questione di risparmio, ma anche ambientale, visto che vuol dire promuovere uno stile di consumo circolare, producendo meno rifiuti. In sostanza, oggi si preferisce acquistare il nuovo, anche sottoscrivendo piccoli prestiti, perché riparare è poco conveniente.
In questi 15 anni, l’associazione stima di aver contribuito alla nascita di 4.000 gruppi di riparazione in tutto il mondo, riuscendo a riparare 190.000 oggetti l’anno.
Perché la riparazione non funziona?
Il riconoscimento della riparazione come direttiva europea è senza dubbio un segno di attenzione e un passo avanti notevole. Ma, nel suo ultimo report, Open Repair Alliance sottolinea il persistere di un “enorme divario”. Negli eventi organizzati dall’associazione, infatti, i volontari hanno appurato che il diritto alla riparazione è concreto solo nel 4% dei casi.
Nel 25% dei casi, il principale ostacolo è la mancanza di pezzi di ricambio disponibili, nel 18% dei casi i pezzi sono troppo costosi. La progettazione del prodotto gioca un ruolo importante: nel 16% dei casi, è impossibile effettuare una riparazione perché non è possibile aprire un prodotto. E nel 12% dei casi mancano le informazioni necessarie per completare una riparazione.
Le proposte per migliorare
Esaminando i prodotti visti agli eventi, l’associazione ha avuto un quadro dell’età dei prodotti da riparare. In pratica, un osservatorio sul loro ciclo di vita. Gli smartphone durano in media 5 anni; macchine da caffè, laptop e stampanti 7; gli asciugacapelli arrivano a 10, i sistemi HiFi a 18 e i proiettori a 28.
Open Repair Alliance chiude il rapporto con due proposte. Servirebbero “misure molto più ambiziose per supportare la riparazione e il riutilizzo, come ad esempio alcuni incentivi finanziari”. Occorrerebbe inoltre progettare i prodotti in modo che durino più a lungo, intorno ai 7-10 anni.
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