Stabilimenti balneari e concessioni demaniali
15 mar 2016 | 2 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.
Prestiti e finanziamenti per non perdere la gestione delle spiagge
Stessa spiaggia, stesso mare? Quest’anno forse no, almeno per molti bagnini e gestori di stabilimenti balneari sulle spiagge italiane.
L’Unione europea ha detto no alla legge con cui l’Italia ha previsto la proroga automatica della durata delle concessioni demaniali marittime e lacustri per attività turistico-ricettive fino al 2020.
Difficile prevedere quindi quale sarà il destino delle spiagge, dato che sulla base della normativa europea le concessioni dovrebbero essere messe all’asta con il meccanismo delle gare pubbliche in modo da garantire la partecipazione di tutti i soggetti potenzialmente interessati.
Alcuni gestori di attività presso alcune aree demaniali marittime in Sardegna e la Promoimpresa che opera sul lago di Garda hanno negli anni passati avevano aperto contenziosi davanti ai Tar della Sardegna e della Lombardia proprio in riferimento a contestazioni relative al rilascio e al rinnovo delle concessioni.
Successivamente sia il Tar Sardegna, sia quello della Lombardia hanno sollevato la questione alla Corte Ue per chiedere di verificare la compatibilità del rinnovo automatico delle concessioni con il diritto comunitario e soprattutto con i principi di libertà di stabilimento, di protezione della concorrenza e di eguaglianza di trattamento tra operatori economici.
I giudici italiani hanno infatti espresso in particolare dubbi sull'automatismo della proroga poiché in questo modo si sottraggono al mercato, per un periodo molto lungo, delle concessioni di beni sicuramente molto importanti sul piano economico.
Nonostante la normativa europea quindi sia chiara in proposito, alcune Regioni stanno correndo ai ripari data l’ondata di proteste delle associazioni di categoria che storicamente si è spesso tramandata il mestiere di padre in figlio.
La Regione Toscana, ad esempio, a febbraio stava cercando, tramite un regolamento ad hoc, di dare la possibilità ai balneari di ottenere una nuova concessione, ventennale, sulla base di “investimenti consistenti” sugli stabilimenti che si susseguono lungo la costa toscana. In pratica per non perdere il posto di lavoro, i gestori dei bagni dovranno riammodernare le strutture esistenti. Per farlo potranno scegliere se ricorrere a un prestito personale oppure se tentare la via dell’accesso al credito agevolato, istituito attraverso un bando della regione, per ottenere finanziamenti fino a 25 mila euro restituibili in sette anni a tasso zero.
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