Sospensione e allungamento dei prestiti, aderiscono 9 banche su 10
17 mar 2020 | 2 min di lettura | Pubblicato da Paolo F.
La misura è rivolta alle micro, piccole e medie imprese
Il 93% (in termini di totale attivo) delle banche in Italia ha aderito alle nuove moratorie sottoscritte da ABI e dalle Associazioni di rappresentanza di impresa: è il modo con il quale il sistema creditizio ha risposto all'emergenza coronavirus, ancor prima che il governo attivasse, con il decreto Cura Italia, garanzie per muovere 350 miliardi di liquidità (in buona parte per consentire a imprese e famiglie di allentare la pressione in un momento complicato).
Con le nuove moratorie è stata estesa ai prestiti concessi fino al 31 gennaio 2020 la possibilità di chiedere la sospensione o l’allungamento. La misura si rivolge a micro, piccole e medie imprese danneggiate dall’emergenza epidemia del Covid-19. La sospensione del pagamento delle rate può durare fino a un anno. È applicabile ai finanziamenti a medio lungo termine (cioè ai mutui), anche perfezionati tramite il rilascio di cambiali agrarie, e alle operazioni di leasing, immobiliare o mobiliare.
Per le operazioni di allungamento dei mutui, il periodo massimo di estensione della scadenza del finanziamento può arrivare fino al 100% della durata residua dell’ammortamento. Per il credito a breve termine, il periodo massimo di allungamento delle scadenze è di 270 giorni, mentre per quello agrario di conduzione è di 120 giorni. Nell’accordo è previsto che, quando possibile, le banche possono applicare misure di maggior favore per le imprese rispetto a quelle previste nell’accordo e sperano in un'accelerazione delle procedure di istruttoria, “al fine di assicurare massima tempestività nella risposta”.
Al momento della firma, ABI, Alleanza delle Cooperative Italiane (AGCI, Confcooperative, Legacoop) CIA-Agricoltori Italiani, CLAAI, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confedilizia, Confetra, Confimi Industria, Confindustria e Rete Imprese Italia (Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti) avevano chiesto di ampliare l’operatività del Fondo di Garanzia per le Pmi e misure aggiuntive per agevolare l’accesso al credito. Un appello che ha trovato risposta nel decreto “Cura Italia”. L'associazione delle banche italiane e quelle che rappresentano le imprese firmatarie si sono “impegnate a promuovere” con l'Ue e il governo italiano “una modifica delle attuali disposizioni di vigilanza riguardo le misure di tolleranza”. Si tratta di una misura che le organizzazioni definiscono “necessaria in una situazione emergenziale come quella attuale”.
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