Pandemia: gli italiani risparmiano per precauzione
Risparmi e Covid: depositi italiani quasi raddoppiati nell'ultimo anno
Che il virus Covid19 abbia influito in maniera evidente sui risparmi degli italiani non è affatto un segreto. A ribadirlo sono le statistiche d'Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi, le quali confermano la preoccupazione dei consumatori verso la situazione. Cosa dicono le statistiche? Il settore bancario è destinato a cambiare nei prossimi mesi oppure no? Cerchiamo di rispondere a tutte queste domande insieme.
Risparmi e Covid: depositi quasi raddoppiati
Uno degli effetti che ha avuto il periodo di Covid19 e della quarantena è stato quello d'influire significativamente proprio sulla quantità di depositie sui consumi. Sembra che i cittadini italiani, dinnanzi alla minaccia della pandemia abbiano optato per trasferire il proprio denaro in banca per una questione di sicurezza.
Una reazione abbastanza curiosa, studiata dall'indagine svolta dal Centro Einaudi in combinazione con l'Intesa Sanpaolo. Una reazione secondo cui in un anno i depositi degli italiani sono aumentati di oltre 126 miliardi di euro. Una propensione al risparmio tipicamente italiana, che ha ulteriormente evidenziato quanto gli italiani tengano a tenere i loro soldi al sicuro.
Tra gli investimenti preferiti dai cittadini del Bel Paese, spiccano i Bond, anche se nell'ultimo periodo stia assumendo una popolarità sempre maggiore il cosiddetto risparmio gestito. A cosa si deve tale reazione?
Covid19: ecco perché gli italiani puntano sul risparmio
La pandemia non ha portato con sé soltanto una grande ansia e una visione del mondo quasi distopica, ma anche numerosi dubbi sul futuro. Ancora oggi non si sa bene quando finirà il periodo della pandemia, quali saranno le sue conseguenze economiche e cosa quest'ultima comporterà. Tali sentimenti condizionano le scelte degli italiani, un po' come accade anche negli altri Paesi dell'Eurozona.
Per affrontare il clima d'incertezza in arrivo c'è sempre una reazione particolare che spicca sulle altre. Parliamo proprio della tendenza verso un maggiore risparmio. Si spende di meno in vista dei possibili giorni neri del futuro. Al contempo, si risparmia di più per essere pronti alle possibili crisi in arrivo.
E anche se negli altri Paesi questa reazione è stata abbastanza moderata, in Italia la tendenza verso il risparmio ha mostrato dei picchi evidenti. Nel Bel Paese tale trend è stato uno dei più significativi in tutta l'Unione Europea. Per capirli basta prendere in esame la stessa indagine targata Direzione Studi e Ricerche d'Intesa San Paolo con il Centro Einaudi.
Per gli italiani, il primo obiettivo di tutti gli investimenti è quello relativo alla sicurezza (con un bel 59,2% del totale). Al secondo posto, invece, spiccano gli investimenti con l'obiettivo della liquidità (36,7%). Gli investitori si concentrano principalmente sulla sicurezza, poiché anche la liquidità, da un certo punto di vista, significa protezione in tempi dubbi.
Sono, invece, calati significativamente gli investimenti a lungo termine, come spesso accade quando gli investitori iniziano a nutrire dei dubbi di varia natura in merito a questo tipo di rendimento.
Un'altra reazione naturale è stata quella di diminuire in maniera sensibile anche il numero degli acquisti. Gli italiani ora tendono a spendere meno, cercando di preservare i soldi per il famoso "momento di necessità".
Depositi in Italia: di quanto sono cresciuti?
Lo studio citato prende in esame il periodo annuale (terminato a settembre), segnando come il numero dei depositi in Italia abbia avuto un notevole picco: + 126 miliardi. D'altro canto, è curioso sapere che praticamente nello stesso periodo, il valore del PIL italiano sia crollato di più di 168 miliardi a causa del Covid.
Da questo dato si può evincere che la propensione al risparmio degli italiani è praticamente raddoppiata: una situazione unica per tutta l'Unione Europea! Attualmente, l'aumento del desiderio di risparmiare si traduce in un aumento dall'11,8% fino al 20% del reddito pro capite per famiglia.
Al contempo, quasi 1 famiglia su 2 ha confermato di essere stata costretta ad attingere ai propri risparmi pur di affrontare le difficoltà in arrivo. Ciononostante, solo in 1 caso su 10 il ricorso ai propri risparmi nelle banche è stato significativo, anche a causa delle limitazioni e regole a cui gli istituti di credito sono dovuti sottostare in questo periodo.
Più del 15% delle famiglie che connotano come le loro entrate finanziarie si siano ridotte in una maniera significativa. In molti casi (pari al 3,1% delle situazioni), le entrate delle famiglie italiane si sono azzerate del tutto. Inoltre, quasi il 20% delle famiglie ha dovuto anche richiedere degli aiuti economici allo Stato, nella maggior parte dei casi ottenendoli.
Covid e risparmi: dati e statistiche
Dallo studio in questione emergono anche degli altri dati significativi. In particolare, si può evincere come solo 1 italiano su 2 riesca a mettere da parte il proprio denaro. Per la quota di reddito che viene risparmiata, la percentuale si attesta sul valore dell'11,8% (in calo rispetto al 12,6% del 2019). Tuttavia, il trend evidenziato nello studio ancora oggi non è terminato e mostra dei segni di crescita per i prossimi anni.
Le obbligazioni restano lo strumento d'investimento preferito dai cittadini italiani. Basti pensare che circa il 21,6% dei rispondenti ha preferito acquistare oppure mantenere dei bond negli ultimi 5 anni (nel 2019 tale valore era maggiore, pari al 23,5%). Bisogna comunque evidenziare, che l'interesse per degli investimenti abbastanza alti (superiori ad almeno al 30% del proprio patrimonio) nelle obbligazioni dello Stato sia in forte calo già del 2015.
Questo anche per via dei tassi particolarmente bassi (spesso anche negativi), che rendono gli investimenti di questo tipo particolarmente infruttuosi, costringendo gli italiani a dover ricorrere ad altre soluzioni. Di contro, la percentuale dei cittadini che ha puntato sui prodotti di risparmio gestito è aumentata significativamente, dal 15.3% al 17.35%.
Spicca, infine, anche un considerevole aumento del'interesse per gli investimenti nel settore immobiliare. Il 77,6% dei cittadini dispone di un proprio immobile di proprietà. Tale percentuale supera la soglia degli 80% tra i rispondenti che hanno più di 33 anni. Non è un caso, quindi, se oltre il 58% dei patrimoni sia rappresentato principalmente dai beni immobili.
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