Rapporto Consob su ricchezza e famiglie
14 set 2016 | 2 min di lettura | Pubblicato da Franco C.
Europa e Italia: la crescita della ricchezza delle famiglie
In Europa è in crescita la ricchezza delle famiglie, quella che in Italia stenta parecchio. Questo è il quadro tracciato dal rapporto Consob sugli investimenti finanziari delle famiglie italiane, in via di ripresa, come vedremo, soprattutto per merito dei prestiti personali e dei finanziamenti. Secondo lo studio, mentre “la ricchezza delle famiglie dell'Eurozona, nel 2015, è aumentata del 3,2% essa, in Italia, è rimasta sostanzialmente, con un +0,4% registrato lo scorso anno”. Nel nostro Paese, fa presente Consob, l'aumento del 5,2% delle attività finanziarie è stato controbilanciato da una riduzione del 3% delle attività reali.
Fondi comuni in recupero. Secondo la Consob, nell'area euro, “la maggiore percezione del rischio e il minor interesse per investimenti finanziari orientano le preferenze delle famiglie verso i prodotti liquidi, verso prodotti assicurativi e fondi pensione, determinando la contrazione del peso sia di azioni che di obbligazioni”. In Italia, sostiene Consob, si registra un andamento simile, con i fondi comuni in recupero.
La ripresina dei prestiti. Più o meno stessa musica con le passività finanziarie. Nell'Eurozona, infatti, la posizione delle famiglie resta solida, con un'incidenza del debito su attività finanziarie pari al 32% (in Italia al 23%) e sul pil al 61% (in Italia al 43%). Buone notizie, invece, dai prestiti bancari alle famiglie che, sostiene Consob, “dopo la contrazione degli anni precedenti, si mostra in recupero dalla fine del 2014, per merito del contributo positivo dato dall'offerta della domanda e dalla diminuzione costante dei tassi sui prestiti bancari, prestiti personali compresi.
Europa a due velocità. Le differenze tra area Euro e Italia sono ulteriormente specificate proprio da Consob, secondo cui “il rafforzamento della situazione economica delle famiglie dell'area Euro, testimoniato da ripresa dell'occupazione e da aumento del reddito disponibile, a partire dal 2013, va di pari passo al costante miglioramento del sentiment degli analisti e al ritorno del tasso di risparmio ai livelli pre-crisi, quelli del 13%”. E in Italia? L'Italia, sottolinea Consob, “mostra un andamento analogo a quello dell'Eurozona”, con qualche diferenza però: la principale è che “il tasso di risparmio rimane al di sotto dei valori di lungo periodo e segna un crescente divario rispetto alla media europea”. Due pesi e due misure, dunque, con un 10% fatto segnare dal tasso a livello europeo a fine 2015 e un 13% italiano.
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