Prestiti: cosa è successo un mese dopo la manovra BCE
28 lug 2014 | 2 min di lettura | Pubblicato da Francesca L.
Si intravedono i primi risultati della manovra: sta funzionando?
All’inizio di giugno la Bce, guidata da Mario Draghi, era pronta ad affrontare temi particolarmente delicati sul fronte prestiti, ponendosi come principale obiettivo quello di rilanciare l’economia nell’Eurozona.
Poco più di un mese fa li avevamo quindi lasciati così, parlando di operazioni di liquidità mirate, attraverso misure non convenzionali volte a far piovere sulle famiglie e sulle imprese nuove possibilità di prestiti.
La situazione ad oggi sembra piuttosto confusa e si cominciano ad intravedere alcuni eventuali problemi, primo tra tutti il fatto che questa tanto attesa liquidità potrebbe non essere riversata in maniera totale a favore di famiglie ed aziende. In parole povere: la Banca Centrale Europea erogherà dei soldi ai vari istituti bancari che però potranno farci ciò che ritengono più opportuno a patto che dimostrino un incremento complessivo dei prestiti ad entità non finanziarie, compresi i prestiti personali.
Non solo, per evitare la penale (che consiste nella restituzione dei soldi dati dalla BCE dopo due anni invece di quattro) il flusso dei nuovi prestiti che vengono concessi deve essere superiore ad una crescita minima. Non si tratta perciò di un parametro uguale per tutti. In conclusione, alle banche basterà non ridurre il credito nei prossimi mesi per avere accesso alle erogazioni dalla BCE al tasso vantaggioso dello 0,25%.
Sembra perciò che le misure prese in considerazione dalla BCE abbiamo delle falle piuttosto evidenti ed il rischio, che si era cercato di scongiurare proprio con l’adozione di queste, è nuovamente quello della grande speculazione, come era peraltro avvenuto già nel 2012.
C’è chi però, come gli americani, pensa che questi provvedimenti possano non avere effetti negativi date le forti somiglianze tra questo sistema e il quantitative easing degli Usa con la differenza che in Europa gli acquisti verranno fatti dalle banche e non dalla Banca Centrale; certamente una circostanza da non sottovalutare.
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