Prestiti: aumentano quelli alle famiglie, ma calano verso le imprese
14 dic 2023 | 3 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.
Previsioni positive per i prossimi anni
Nonostante il calo registrato nell’anno in corso, il credito fornito dal sistema bancario al settore privato tornerà a salire durante il prossimo anno. A formulare questa previsione positiva per le imprese e le famiglie, è l’EY European Bank Lending Economic Forecast 2023, un’analisi sullo stato del credito a livello europeo europea, finalizzato ad approfondire l’evoluzione dei prestiti al settore privato e a prevederne gli andamenti.
La situazione e le previsioni in sintesi
Entrando nel dettaglio dell’analisi, il credito bancario al settore privato si contrarrà dell’1,9% nel 2023 per poi tornare a crescere dell’1,1% nel 2024 e del 2,5% nel 2025, analogamente alle altre principali economie dell’Eurozona.
Secondo lo studio di EY, i mutui ipotecari dovrebbero aumentare dell’1,1% quest’anno, comunque in calo rispetto al +4,2% nel 2022. Il credito al consumo è stimato in crescita del 4,5% quest’anno, mentre si prevede che i prestiti alle imprese subiranno una contrazione del -5,1%, prima di tornare a crescere dell’1,4% nel 2024.
Mutui: crescita debole nel 2024, ma più sostenuta nel 2025
Sebbene i prestiti ipotecari netti siano aumentati nel terzo trimestre del 2023, la crescita dello 0,1% è stata la più debole dal secondo trimestre del 2015: il trend positivo per i prestiti ipotecari in Italia potrebbe quindi arrestarsi (l’incremento è stato in media del 3,1% dall’inizio del 2020 a metà del 2023, contro l’1,2% dal 2015 al 2019).
Tuttavia, grazie a una crescita contenuta sia dei prezzi delle abitazioni (a fine 2022 i prezzi medi in Italia erano superiori del 9,3% rispetto a inizio 2019, mentre in Germania e Francia i prezzi degli immobili sono aumentati rispettivamente del 24,4% e del 22,4% nello stesso periodo) sia dei tassi d’interesse, il rallentamento dei prestiti ipotecari potrebbe essere moderato in prospettiva. Lo stock, pertanto, dovrebbe crescere dell'1,1% quest'anno, in riduzione rispetto al 4,2% del 2022. Nel 2024 si stima un aumento dello 0,8%, mentre nel 2025 il previsto taglio dei tassi dovrebbe favorire un incremento maggiore (+1,7%).
Credito al consumo in crescita
L'aumento del 5,1% dei prestiti non garantiti italiani nel terzo trimestre è stato il più forte tra le grandi economie dell'Eurozona. Ha rappresentato, inoltre, una ripresa rispetto al +4,6% nel secondo trimestre ed è stato il maggiore dal primo trimestre del 2020. Come si legge in nell’analisi, “I miglioramenti in alcuni fondamentali dell’economia italiana - grazie anche al calo dell’inflazione - hanno sostenuto la crescita del credito al consumo”.
Secondo EY vi sarà quindi un lento aumento del credito erogato attraverso prestiti personali e prestiti finalizzati quest’anno e il prossimo, rispettivamente dell’1,1% e dello 0,5%, poiché l’impatto dei tassi di interesse più elevati si farà sentire. Nel complesso, si prevede che il credito netto al consumo aumenterà del 4,5% quest’anno, rispetto al 3% del 2022, seguito dall’1,2% nel 2024 e dal 2,6% nel 2025.
Prestiti alle imprese in picchiata
Il lungo periodo di riduzione dell’indebitamento da parte delle imprese italiane, iniziato durante la crisi del debito dell’Eurozona e temporaneamente interrotto nel 2020 e nel 2021 quando le aziende hanno fatto ricorso a programmi di prestito garantiti dal governo, è ripreso. I prestiti netti alle imprese sono diminuiti dell’8,7% nel terzo trimestre del 2023, il quarto trimestre consecutivo in cui si è registrato un calo, lasciando lo stock di debito societario al livello più basso dal primo trimestre del 2005 in termini di liquidità.
Gli investimenti delle imprese rimarranno probabilmente molto contenuti nei prossimi trimestri, a causa dell’aumento sostenuto dei tassi di interesse e dell’incertezza sulle prospettive globali. Nel complesso, si prevede che quest’anno i prestiti netti alle imprese italiane diminuiranno del 5,1%, un’ulteriore flessione dopo il calo del 2,4% del 2022. Tuttavia, si prevede che la fine dei rialzi dei tassi di interesse potrà indurre un ritorno a una crescita modesta dell’1,4% nel 2024 e del 3% nel 2025.
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