Negli Usa nuovo rischio bolla?
27 lug 2017 | 2 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.
I prestiti auto potrebbero scatenare una nuova crisi a stelle e strisce
A distanza di pochi anni dall’esplosione dei “mutui” subprime, quelli per intenderci che hanno portato poi alla crisi economica mondiale, cresce l’attenzione delle autorità finanziarie, americane e internazionali, per quella che potrebbe essere una nuova bolla.
Questa volta a destare preoccupazione negli Usa non è più il settore immobiliare, bensì quello del credito al consumo: si va da prestiti auto, ai prestiti per terminare gli studi, pari a circa 2.500 miliardi di dollari, fino alle carte di credito.
Complessivamente il debito delle famiglie americane, favorito da un accenno di ripresa dei consumi e dai bassi tassi di interesse, ha raggiunto nella prima parte di quest’anno i 12.730 miliardi di dollari, 50 miliardi di dollari in più rispetto al precedente picco messo a segno nel terzo trimestre del 2008, in piena recessione.
All’orizzonte appaiono inoltre nuovi timori generati dalle carte di credito e dai prestiti agli studenti, che negli ultimi dieci anni hanno conosciuto un’impennata: sono saliti da 260 miliardi a 1.310 miliardi di dollari con un’incidenza di quelli mai rimborsati sul totale di quelli erogati pari all’11,2 per cento.
Se si guarda all’insieme dei finanziamenti erogati dal sistema creditizio degli Usa, per il momento la percentuale dei prestiti non pagati è ferma al 4,8, un dato considerato al di sotto della soglia d’allarme.
A preoccupare invece è il dato relativo al debito generato dai prestiti auto che con 1.200 miliardi di dollari è in rialzo del 70% dal 2010. Alcune banche e società finanziarie stanno correndo quindi ai ripari dando un giro di vite ai prestiti: Wells Fargo, ad esempio, negli ultimi nove mesi ha tagliato di quasi un terzo i nuovi prestiti auto erogati ogni trimestre.
Secondo la Federal Reserve di New York, tuttavia, nonostante le dimensioni del fenomeno, sarebbe prematuro però parlare di “rischio bolla” in quanto, rispetto alla crisi legata ai mutui subprime, lo scenario economico generale sarebbe del tutto diverso: nei primi tre mesi del 2017 il debito totale delle famiglie era pari al 66,9% del Pil nominale, contro l’85,4% del terzo trimestre 2008, considerato il momento chiave per l’innesco della crisi.
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