L'aumento dell'Iva costa agli italiani 831 euro in più l'anno
26 apr 2019 | 2 min di lettura | Pubblicato da Franco C.
L'allarme di Federconsumatori
È un'Italia strabica quella che guarda alla finanza in questi giorni. Da una parte tiene d'occhio il mercato dei prestiti personali che continua a mietere record (a febbraio +8,4% le richieste), dall'altra guarda con sfavore l'eventuale aumento dell'Iva. I timori sono sorti dopo l'annuncio del ministro dell'Economia Giovanni Tria. “Il Def - ha dichiarato il ministro - conferma la legislazione vigente e l’aumento Iva è nella legislazione vigente, per cui il Def non cambia questa previsione. Possibili alternative agli aumenti saranno valutate ma non si possono definire oggi”.
Il rincaro Iva costa oltre 831 euro in più l'anno per famgilia. In attesa che la politica faccia il suo corso e decida, le associazioni dei consumatori fanno qualche conto aggiornando i dati circa le ricadute possibili con le aliquote Iva del 13% per i beni tassati in questo momento al 10% e con le aliquote al 25,2% per quelli tassati finora al 22%. Secondo Federconsumatori, per quanto concerne i beni tassati al 25,2%, nel 2020 l'aumento diretto sarà quantificabile in 432,2 euro in più l'anno a famiglia, mentre per i beni tassati al 13%, sempre nel 2020 l'aumento diretto ammonterà a 273,6 euro in più l’anno per ciascun nucleo familiare. A questo vanno aggiunte le ricadute indirette all'aumento dell'Iva, quelle dovute alla crescita delle accise e dell’Iva stessa sul carburante, a loro volta importanti in quanto incidono sul costo del trasporto dei beni: si parla, in questi casi, di un ulteriore aggravio da 125,47 euro l'anno. Il totale, tra ricadute dirette e indirette, fa 831,27 euro in più l'anno per ogni famiglia.
Viafora, Federconsumatori: “ricadute insostenibili per le famiglie italiane”. “Si tratta di ricadute insostenibili per le famiglie italiane che, tra l'altro, hanno i loro redditi fermi da alcuni anni. Un aumento come questo segnerebbe la caduta verticale della domanda interna e le conseguenze sarebbero catastrofiche sia sulla produzione industriale che sul mercato occupazionale. Per questo chiediamo a governo e parlamento di fare un passo indietro e di rinunciare a dichiarazioni avventate, durante la campagna elettorale, evitando l’incremento dell’Iva”, spiega Emilio Viafora, presidente di Federconsumatori.
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