Il peso del Coronavirus su imprese e consumi
6 mar 2020 | 2 min di lettura | Pubblicato da Paolo F.
In pericolo oltre 60 mila posti di lavoro
L'emergenza sanitaria sta diventando anche emergenza economica. Il rallentamento degli scambi commerciali con l'estero e le misure di contenimento adottate dall'Italia stanno pesando su migliaia di imprese e rischiano di avere ripercussioni profonde sui consumi, sia per quanto riguarda i volumi che per la composizione. Si prediligono i beni di prima necessità, mentre potrebbero risentirne i beni durevoli e quindi anche i prestiti legati al loro acquisto.
Stimare quali potrebbero essere le ripercussioni non è semplice, anche perché ci sono alcuni comparti più esposti. Secondo Confesercenti, sarebbero a rischio 15 mila piccole imprese, dalla ristorazione alla ricettività, passando per il settore distributivo ed i servizi. I posti di lavoro in pericolo sarebbero oltre 60 mila. I consumi potrebbero contrarsi di 3,9 miliardi di euro. Una stima che Confesercenti definisce "conservativa", basata sull'ipotesi di una "crisi limitata". Se si dovesse prolungare (e aggravarsi), le cifre in ballo sarebbero ancora peggiori.
Le attività turistiche stanno già sentendo il peso di un mondo e un Paese bloccati. "La situazione è particolarmente grave nel turismo. Il comparto è già in zona rossa, con le attività ricettive travolte da un diluvio di disdette, e la stagione primaverile – che vale il 30% circa del fatturato totale annuo del turismo – appare seriamente compromessa, con la prospettiva di ulteriori danni non solo per alberghi e bed & breakfast, ma anche bar, ristoranti e attività commerciali".
Il governo ha varato alcuni interventi urgenti, che sospendono alcuni pagamenti e supportano le aziende, non solo della zona rossa. Pur apprezzate dalle imprese, si tratta di misure tampone. Lo testimoniano le stime di Confcommercio, che chiede l'istituzione di uno "stato di crisi nazionale", quindi non limitato ad alcune zone: "Il protrarsi dell’emergenza coronavirus oltre aprile-maggio potrebbe tradursi in una riduzione del Pil dello 0,3-0,4%". Il turismo potrebbe avere 21 milioni e 700 mila presenze in meno, con una riduzione di spesa di 2,65 miliardi di euro".
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