I timori per la seconda ondata frenano i prestiti personali
5 nov 2020 | 3 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.
In calo anche mutui e surroghe
L’incertezza legata all’impatto economico dell’emergenza sanitaria è tornata a condizionare pesantemente le scelte delle famiglie italiane. Nel tentativo di mettere in sicurezza i propri risparmi e arginare un brusco calo delle entrate, sia da lavoro dipendente, sia da lavoro autonomo, gli italiani stanno rinviando le decisioni di acquisto più importanti in attesa di tempi migliori.
La sfiducia nel contesto circostante è tale da aver causato anche un calo nelle richieste di credito alle banche sotto forma di mutui e di prestiti personali e finalizzati, come attestano i dati elaborati a partire dal patrimonio informativo di Eurisc, il sistema di informazioni creditizie della società CRIF.
Crollo a doppia cifra per i prestiti personali
Si è arrestata infatti la crescita delle richieste di finanziamenti, ripartite una volta terminato il lockdown. Il mese di ottobre in particolare ha fatto segnare un’inversione di tendenza importante, con una contrazione del numero di richieste di credito da parte delle famiglie: la domanda per nuovi mutui e surroghe sono in calo del 7,5% rispetto allo stesso mese del 2019 mentre quella relativa ai prestiti personali ha subito un crollo a doppia cifra, pari al 16,3%, contro una riduzione più contenuta e pari al 3,1% per i prestiti finalizzati.
Finanziamenti, si riducono gli importi richiesti
Altro campanello d’allarme che emerge dalle ultime rilevazioni di CRIF è rappresentato dalla contemporanea riduzione dell’importo dei finanziamenti richiesti: nell’ultimo mese è stato di 133.251 euro per i mutui (-0,3%) a fronte dei 9.279 euro per i prestiti (-1,5%). Entrando, nel dettaglio, per quanto riguarda i prestiti finalizzati l’importo medio richiesto si è attestato a 6.966 euro, mentre per i prestiti personali si è fermato a 12.620 euro. Rispetto a pochi mesi però, non solo vengono richiesti importi più bassi, ma anche piani di rimborso delle rate più lunghi. Le richieste con piani di rimborso superiori ai due anni arrivano a rappresentare il 66,4% del totale dei prestiti richiesti, mentre quelle che prevedono periodi superiore ai 5 anni sono pari al 25%.
L’effetto della moratoria prestiti
In questo scenario, l’impressione è che gli italiani stiano cercando di tirare il freno a mano per poter preservare il budget familiare. A fornire una prima boccata d’ossigeno era stata la possibilità di sospensione del pagamento delle rate dei finanziamenti attraverso la moratoria stabilita dal Governo con i decreti-legge ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’. Se tiene conto solo dei finanziamenti in capo alle famiglie, l’analisi realizzata da Crif ha rivelato come tra i contratti che hanno beneficiato della sospensione del pagamento delle rate, quasi la metà sia rappresentata da mutui immobiliari (il 48,7% del totale, per la precisione). A seguire, il 14,2% delle moratorie ottenute dalle famiglie ha interessato i mutui di liquidità contro l’8,7% dei prestiti finalizzati e il 5,7% dei contratti di leasing e altri prodotti rateali.
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