Home Banking e sicurezza informatica
27 giu 2018 | 3 min di lettura | Pubblicato da Franco C.
Nel 2017 solo 1 vittima ogni 55mila clienti
Le banche italiane si muovono con sempre maggiore celerità sul fronte della sicurezza. E così, mentre i sevizi tradizionali alla clientela godono di buona salute (i prestiti personali, con un +9,1% segnato a maggio, secondo l'Abi hanno messo a segno un record che non si vedeva da dieci anni) gli istituti di credito si schierano contro il crimine informatico, muovendosi su due fronti: da un lato, la formazione del personale, dall'altro, la campagna di sensibilizzazione rivolta ai clienti. Con l’affermarsi del digitale, infatti, ma anche con il diffondersi dei servizi bancari online, secondo l'Abi e le banche associate risulta fondamentale agire sul personale che opera in banca e sui clienti, i veri destinatari delle campagne di informazione via internet banking, app e nella filiale.
Nel 2017, solo una frode ogni 55 mila clienti. In materia proprio l’Abi sottolinea che l'anno scorso le banche italiane hanno investito più di 300 milioni di euro per garantire ai clienti operazioni digitali sempre più sicure. Un investimento che ha dato buoni frutti visto che, secondo i dati diffusi dall'associazione in base allo studio Abi Lab sulla sicurezza online, nel 2017 i clienti vittime di qualche frode sono stati soltanto lo 0,0018% del totale dei clienti che hanno operato sull'home banking. In sostanza, solo un cliente su 55 mila ha subito una qualche frode.
Formazione del personale primo punto sicurezza. Dal punto di vista del personale, sempre l'anno scorso, le azioni messe in campo sono state concentrate soprattutto sulla formazione del personale specializzato nella sicurezza: il 75% delle banche, infatti, ha dichiarato di essersi concentrata su questo mentre il 67,9% degli istituti ha posto maggiore cura sul personale di filiale per aumentare la relazione diretta tra la clientela e il personale addetto all'assistenza in caso di anomalie. La sensibilizzazione attuata verso la clientela circa i rischi del cybercrime, dice l'Abi, è stata realizzata soprattutto (per il 96% delle banche) tramite campagne sul portale internet banking tramite informative presso le filiali (nel 74,1% dei casi), informative contrattualistiche (nel 59,3% dei casi), informative su app degli smartphone (37%) e via e-mail (33%). La sicurezza informatica, sostiene l'Abi, richiede però che i clienti collaborino operando online in maniera corretta.
Quali sono le regole da seguire? Le prime regole da tenere a mente in tema di sicurezza, sottolinea l'Abi, sono quella di ignorare qualsiasi richiesta dati che sia relativa a carte di pagamento e di conto on line: la banca non chiederà mai questo tipo di informazioni alla propria clientela, dunque questi dati non vanno divulgati a nessuno. Seconda buona norma è quella di connettersi soltanto al sito originale della banca, scrivendo sulla barra di navigazione l’indirizzo dell'istituto e ignorando qualsiasi link alla banca (presunta) ricevuto via mail o via sms. Terza regola di cautela: verificare sempre l’autenticità della connessione con la propria banca e controllare con regolarità i movimenti del proprio conto in modo da assicurarsi che le transazioni evidenziate siano quelle effettivamente realizzate. Ancora: diffidare sempre di qualsiasi messaggio, anche se appare autentico, che sia stato ricevuto via e-mail, o via sms, o tramite social network e che inviti a scaricare dei documenti o dei programmi; mantenere aggiornato sia il sistema operativo che l’antivirus; fare attenzione a peggioramenti nelle prestazioni del proprio servizio home banking o addirittura del pc: rallentamenti o anche l'apertura di finestre non richieste possono, infatti, indicare infezioni sospette.
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