Gli effetti del credit crunch

Secondo i dati della Banca d'Italia dal 2011 a oggi il settore privato ha subito una contrazione dei prestiti di 114 miliardi, dei quali 98 solo per le imprese. Questo ha portato a un calo dell'8% della consistenza degli impieghi e di un aumento del 2% dei tassi attivi, come ha spiegato Fabio Panetta, vicedirettore generale della Banca d'Italia, nell'illustrare i dati.

Le piccole e micro imprese, asse portante dell'economia nei distretti italiani, sono quelle che più subiscono le conseguenze della stretta del credito, così come le start-up che rischiano di non riuscire a sostenere le nuove iniziative imprenditoriali neppure sul breve termine, nonostante i fondi dedicati messi a disposizioni da Province e Regioni. Non è un caso che nei primi nove mesi dello scorso anno la differenza tra nuove imprese e cessazioni sia stato di 7.700 unità, otto volte meno rispetto al periodo pre-crisi.

Le aziende artigiane o di piccole dimensioni sono quelle che necessitano di un maggiore apporto da parte del sistema bancario ma che, allo stesso tempo, denunciano più difficolta per ottenere un prestito. La sofferenza sui prestiti corre per tutta Italia e a farne le spese sono anche le regioni da sempre considerate più favorite dal sistema del credito, come Lombardia ed Emilia Romagna in vetta alla classifica per valore di prestiti concessi. In Emilia Romagna, per fare un esempio, i finanziamenti accordati dalle banche sono scesi del 3,8%, mentre le sofferenze sono aumentate del 4,4% in un anno.