Dalla crisi a oggi, consumi in calo per 21,5 miliardi
14 nov 2019 | 2 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.
Riduzione media mensile più elevata al Sud
Con la crisi gli Italiani hanno dovuto rivedere alcune abitudini di spesa e adottarne delle altre, riducendo gli sprechi, tagliando le spese non necessarie, rinviando l’acquisto di beni durevoli o sostenendone il costo attraverso il ricorso a prestiti. A misurare la riduzione dei consumi rispetto all’anno pre-crisi, rappresentato dal 2007, ci ha provato la CGIA di Mestre. Secondo le stime dell’Ufficio studi, realizzate a partire dai dati Istat, il taglio sarebbe stato pari a 21,5 miliardi di euro.
In particolare, il Sud del Paese avrebbe registrato la riduzione più importante. Dal 2007 al 2018 le famiglie meridionali hanno “tagliato” la spesa mensile media di 131 euro (mediamente di 1.572 euro all’anno), quelle del Nord di 78 euro (936 euro all’anno) e quelle del Centro di 31 euro (372 euro all’anno). A pagare il conto più salato della “spending review” degli italiani, sarebbero stati in particolare gli artigiani e i piccoli negozianti.
Secondo l’associazione “dal 2007, anno pre-crisi, al 2018 il valore delle vendite al dettaglio nei negozi di vicinato è crollato del 14,5%; nella grande distribuzione, invece, è salito del 6,4%. Questo trend è proseguito anche nei primi 9 mesi del 2019. Mentre nei supermercati, nei discount e nei grandi magazzini le vendite sono aumentate dell’1,2%, nelle botteghe e nei negozi sotto casa la contrazione è stata dello 0,5%”.
A livello regionale le situazioni più difficili si sono verificate in Umbria (con un calo della spesa mensile pari a 443 euro), in Veneto (378 euro) e in Sardegna (324 euro). L’analisi si spinge al di là del valore in termini assoluti per andare a indagare su quali voci di spesa si è tagliato di più.
Tra il 2007 e il 2018 la contrazione più importante ha riguardato l’acquisto dei beni per il 10,3%, mentre i servizi sono cresciuti del 7%. Nel dettaglio, i beni non durevoli, che comprendono i prodotti a cura della persona, medicinali e detergenti per la casa, sono crollati del 13,6%, quelli semidurevoli (tra cui l’abbigliamento calzature, libri, etc.) si sono ridotti del 4,5% e quelli durevoli (auto, articoli di arredamento, elettrodomestici, etc.) del 2,8%. Tra le voci di spesa più significative va segnalata quella dei trasporti (auto, carburanti, biglietti treni, bus, tram, etc.): tra il 2007 e il 2018 la caduta è stata addirittura del 16,8% ed è proseguita anche quest’anno con un calo dell’1%. Ad assorbire, invece, gran parte del budget familiare sarebbero state le telecomunicazioni (cellulari, tablet e servizi telefonici, etc.): negli ultimi 10 anni l’esborso destinato a questa voce è aumentato del 20,1% e nell’ultimo anno del 7,7%.
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