Consumi: italiani sostenibili e green a parole, ma meno nei fatti
24 gen 2023 | 4 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.
Le azioni concrete restano ancora limitate
La sostenibilità si sta progressivamente diffondendo nella cultura degli italiani: fa bene al pianeta, al clima, e aiuta persino a risparmiare. Nonostante vi sia una crescente attenzione all’argomento, le azioni concrete restano tuttavia ancora molto limitate su scala nazionale.
Lo rivela la prima edizione della ricerca Agos Insights. I nuovi consumi sostenibili, realizzata dalla società in collaborazione con Eumetra.
Sostenibili più in casa che fuori
Dalla prima edizione dell’Osservatorio, promosso in un periodo in cui i consumi sono pesantemente influenzati dai rincari sul fronte energetico, è emerso come l’attenzione alla sostenibilità sia un tema percepito in modo chiaro dagli italiani (lo indica in media il 90% degli intervistati). Nonostante ciò, i comportamenti concreti non sono ancora improntati alla ricerca di un modo di vivere più green se non in minima parte.
Il 71% degli intervistati ha dichiarato di aver modificato i propri comportamenti in casa e ben il 69% ha adattato le proprie abitudini ai fini di un maggior risparmio energetico, anche perché - in questo caso - la sostenibilità è collegata al tema della riduzione delle spese, oltre che al minor impatto ambientale, entrambi aspetti considerati rilevanti.
Gli italiani sembrano infatti essere molto interessati alle potenzialità di un miglioramento della classe energetica di casa (90%) e degli elettrodomestici (94%), magari grazie al ricorso di un prestito.
Eppure, se la grandissima maggioranza conosce la classificazione energetica con le lettere dalla A alla G (84%), non sono altrettanti quelli che si rendono conto dell’impatto dell’utilizzo degli elettrodomestici in bolletta: solo il 38% ne è consapevole. Solo la metà del campione è a conoscenza della classe energetica del proprio immobile (51%).
Sì a comportamenti green, ma solo se fanno risparmiare
Discorso diverso invece per le abitudini quotidiani relative alla mobilità: solo il 15% dichiara di aver individuato soluzioni più green per spostarsi. Un po’ di più – il 31% – l’ha fatto nell’ambito dei propri acquisti. Nonostante la sostenibilità rappresenti un valore, gli italiani stentano tuttavia a modificare le proprie abitudini quotidiane quando all’orizzonte si profila un costo da sostenere.
Le generazioni oggi più in difficoltà sono quelle di mezzo – dai 30 ai 50 anni – alle prese con spese per la casa e per i figli, e stipendi che non sempre consentono di seguire i comportamenti più virtuosi. A sorpresa, l’indagine, oltre a ribadire una maggiore sensibilità nei confronti del tema da parte dei giovani, rivela come sia nel concreto la Generazione Z la più attiva nel cercare di attuare comportamenti virtuosi, anche quando costa qualcosa di più (l’86% pagherebbe di più per un prodotto sostenibile, contro il 73% di media).
Idealisti, Concreti, Impossibilitati e Indolenti: le categorie
Per comprendere le contraddizioni tra il dire e il fare degli italiani in materia di sostenibilità, l’analisi ha individuato quattro gruppi sulla base dei diversi atteggiamenti.
Il gruppo degli Idealisti (31%) è caratterizzato da un’età giovane – è il più diffuso tra la generazione Z – e da un numero maggiore di risorse economiche a disposizione, spesso determinate dalle poche spese da affrontare. Sono i più orientati verso i temi della sostenibilità e prestano più attenzione degli altri nei comportamenti di tutti i giorni.
I Concreti sono il gruppo più numeroso (32%), prevalentemente femminile. Composto principalmente da persone delle età di mezzo – dai 35 ai 55 – si trova a dover gestire spese e impegni quotidiani che spesso non permettono di attuare comportamenti sostenibili quanto si vorrebbe. Avendo infatti figli a carico e genitori anziani hanno diverse spese che, pur di fronte ad un livello di reddito ritenuto buono, non permettono di affrontare i costi di molti prodotti sostenibili.
Il gruppo degli Impossibilitati (21%) è composto perlopiùda uomini e da persone con un titolo di studio di livello più basso. Fanno spesso lavori manuali e hanno maggiori difficoltà nel fronteggiare le spese mensili (es. bollette): in questo quadro non stupisce che la sostenibilità sia ritenuta un tema secondario. Hanno sì qualche comportamento green, ma più collegato al tema della riduzione delle spese. Sono di certo i meno propensi a spendere qualcosa di più per prodotti o servizi sostenibili.
Gli Indolenti (16%) sono un altro gruppo a prevalenza maschile, spesso con un buon grado di istruzione. Godono di un buon tenore di vita e ritengono importante il tema della sostenibilità, ma hanno poca voglia (e forse tempo) di impegnarsi in prima persona. Sono infatti più che disponibili a spendere di più e a utilizzare le proprie risorse per iniziative a favore della sostenibilità, ma non a cambiare i propri comportamenti.
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