Bankitalia, riflettori accesi sugli aumenti delle banche
17 feb 2023 | 3 min di lettura | Pubblicato da Franco C.
Scorrette le modifiche unilaterali delle condizioni contrattuali
Il rialzo dei costi dei conti correnti ha messo in allarme perfino la Banca d'Italia, che, agendo nelle funzioni di tutela della clientela e di vigilanza sulla correttezza dei comportamenti delle banche stesse, in una lettera inviata agli istituti, li ha invitati “a prestare particolare attenzione nel proporre modifiche contrattuali a sfavore dei clienti basate sull’andamento dell’inflazione”.
La banca centrale ha, inoltre, sollecitato gli istituti, “a valutare una revisione delle manovre effettuate in passato giustificate dall’andamento decrescente dei tassi, alla luce del loro incremento”. Non una presa di posizione qualunque ma qualcosa che, più in là, avrà effetti in tema di prestiti personali e mutui.
Attenzione alle modifiche contrattuali
“Gli elevati livelli di inflazione raggiunti negli ultimi mesi stanno inducendo alcune banche ad aumentare il costo dei conti correnti a carico dei clienti, proponendo loro modifiche unilaterali delle condizioni contrattuali”, scrive Bankitalia nella lettera, invitando le banche “a valutare con estrema attenzione simili modifiche contrattuali a sfavore dei clienti, considerato che l’aumento dei tassi di interesse ufficiali avviato lo scorso luglio dalla Bce può avere effetti positivi sulla redditività complessiva dei rapporti tra le banche e i loro clienti, potenzialmente in grado di compensare l’aumento dei costi indotto dall’inflazione”.
Troppi aumenti già visti in precedenza
Bankitalia ricorda che alcune banche, in precedenza, hanno aumentato gli oneri a carico dei clienti, visto che non veniva considerato conveniente avere depositi troppo alti tenendo i soldi fermi sul conto. Aumenti cospicui che hanno spinto addirittura molti italiani a cambiare banca, pur di strappare costi minori.
Il trend è stato confermato dall’indagine che Facile.it ha commissionato agli istituti mUp Research e Norstat da cui è emerso che, nell’ultimo anno, il 15,1% dei correntisti, pari a 5,6 milioni di individui, ha detto di aver cambiato conto corrente e, tra questi, 4,4 milioni hanno dichiarato di averlo fatto a causa dell’eccessivo costo.
Adesso arriva la lettere di Banca d'Italia con cui viene sottolineato che l'obiettivo delle comunicazioni ai clienti delle modifiche unilaterali dei contratti “è assicurare che le variazioni contrattuali siano sempre motivate dalla necessità di ripristinare l’equilibrio effettivo degli impegni originariamente assunti dall’intermediario e dal cliente”.
“Rincari ingiustificati” secondo Codacons
“I costi di gestione dei conti correnti in Italia sono in costante aumento - sottolinea il Codacons - L’ultimo report della Banca d’Italia registra una crescita della spesa di 3,8 euro, che porta il costo medio di gestione di un conto a 94,7 euro, a causa soprattutto delle spese fisse, soprattutto quelle per emissione e gestione delle carte di pagamento. Sempre più spesso - aggiunge Codacons - le banche ricorrono alla scusa dell’inflazione e dei maggiori costi a loro carico per modificare unilateralmente le condizioni contrattuali ai clienti, ma tali rincari risultano ingiustificati. Grazie all’homebanking e alle app oggi i costi operativi per gli istituti di credito si sono sensibilmente abbattuti”.
Unc, “parole sante” da Bankitalia
“Giustissimo l’appello di Bankitalia – sottolinea Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori - Le banche in questi anni hanno dato zero interessi per i depositi in conto corrente, anzi alcune hanno addirittura aumentato gli oneri per punire chi aveva depositi troppo elevati”.
Nel 2022, secondo Unc, le spese bancarie sono salite in media del 3,3% rispetto al 2021, ma con una preoccupante impennata, passando, secondo i dati Istat, dal +2,3% tendenziale di gennaio 2022 al +5,8% di dicembre 2022.
Aumenti inaccettabili per Adoc
Sulla questione si schiera anche Adoc: “Troviamo inaccettabili e ingiustificati gli aumenti dei costi dei conti correnti a causa dell’alta inflazione, tenuto conto che, nell’ultimo periodo, le grandi banche italiane hanno aumentato i loro profitti del 5,5%, portandoli a 8,9 miliardi di euro, in seguito ai rialzi dei tassi di interesse praticati dalla Bce”, spiega l’Associazione per la difesa e l'orientamento dei consumatori che auspica che questi aumenti ”vengano assorbiti dai margini di interesse che le banche hanno realizzato in questo periodo non facendo gravare sul consumatore ulteriori costi di gestione del conto corrente, che risultano essere già tra i più alti del resto d’Europa”.
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