Bankitalia, effetto covid: freno a mano tirato per i prestiti personali in Lombardia
26 giu 2020 | 3 min di lettura | Pubblicato da Franco C.
Decelerazione dei prestiti alle famiglie
“La crescita dei prestiti alle famiglie, sostenuta per tutto il 2019, ha subito un rallentamento nei primi mesi del 2020 in connessione con il calo delle compravendite immobiliari e con la minore spesa per beni durevoli. I provvedimenti varati dal Governo e la moratoria sui mutui dovrebbero contribuire a sostenere la capacità delle famiglie di far fronte ai propri impegni finanziari”. Non è un quadro ottimistico quello che viene fuori dal report di Banca d'Italia sull'economia della Lombardia, regione simbolo di questo periodo emergenziale. I dati riguardano la chiusura del 2019 e affrontano i primi mesi di questo 2020 così complesso. Tra prestiti personali, mutui, e indebitamento, il quadro che ne viene fuori è preoccupante.
Il rallentamento dei prestiti personali. Con il sopravvenire dell’emergenza sanitaria, dice il report di Banlkitalia, i prestiti alle famiglie hanno rallentato e la loro crescita si è portata al 2,6% a marzo 2019, dal 3,8% di dicembre 2018. Un rallentamento che, come conferma Bankitalia, ha interessato tutte le componenti del debito delle famiglie italiane. Prima della diffusione dell’epidemia, a fine 2019, l’aumento dei finanziamenti era stato sostenuto dai mutui per l'acquisto di abitazioni ma anche dai prestiti personali e al consumo, più in generale, in un contesto di condizioni di accesso al credito ancora distese. Nel primo trimestre 2020 il credito al consumo ha rallentato, dice Bankitalia, “per il forte ridimensionamento delle spese per beni durevoli, soprattutto di autoveicoli. L'impatto negativo è stato attenuato anche dalle iniziative di moratoria di natura privatistica, adottato dai principali intermediari”.
Marzo e aprile, la crisi dei prestiti personali. Per quanto riguarda i prestiti, inclusi anche i prestiti personali, le cose in Lombardia sono cambiate rapidamente, nel giro di pochi mesi. Nei primi due mesi 2020 - scrive Banlkitalia - la contrazione del credito al settore privato non finanziario in Lombardia si era lievemente attenuata”. A marzo e aprile, in piena crisi emergenziale per l’epidemia di Covid-19, “si è registrata un’espansione dei prestiti dell'1,5% a marzo e dell'1,4% ad aprile, sostenuta dalla crescita dei finanziamenti alle imprese. I prestiti alle famiglie hanno fortemente decelerato, per effetto sia del calo delle compravendite immobiliari, sia della minor spesa per beni durevoli”. Ancora. Ad aprile, i prestiti “sono tornati a crescere nella provincia di Milano, sono calati con minor intensità nelle province di Mantova, Bergamo e Brescia e hanno accelerato a Sondrio. In gran parte delle rimanenti province la dinamica del credito si è indebolita divenendo negativa”. Dopo il dpcm del 4 marzo 2020, che disponeva misure per il contenimento e il contrasto alla diffusione del coronavirus, “le banche hanno progressivamente rivisto al ribasso le previsioni sulla domanda di prestiti di imprese e famiglie”.
Cosa porta di nuovo questa emergenza sanitaria? Secondo Banca d'Italia, porta con sé “un profondo mutamento nelle relazioni” tra banche e clientela. “Il processo di trasformazione digitale nell'erogazione e nella fruizione dei servizi bancari diffusosi presso la clientela lombarda negli ultimi anni - scrive Bankitalia - ha reso più agevole la messa in atto delle indicazioni contenute nel protocollo” sottoscritto dall'Abi e dalle principali organizzazioni sindacali a marzo scorso “per garantire la tutela della salute e arginare l’espansione dell’epidemia di Covid-19”. Un protocollo che, in pratica, invitava gli operatori finanziari “a promuovere l’utilizzo da parte della clientela dei canali internet e mobile banking e degli sportelli automatici all’esterno delle filiali, nonché a svolgere le attività commerciali da remoto”. Un passo avanti iniziato nel 2019, quando i contratti di home banking in rapporto alla popolazione lombarda è risultato di poco inferiore a 75 ogni 100 abitanti, più del doppio rispetto al 2008, e l’incidenza degli ordini di bonifico effettuati per via telematica o telefonica è progressivamente aumentata, raggiungendo l’anno passato quasi l’80% del complesso.
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