Bankitalia e Unimpresa: rapporto sul credito a imprese e famiglie
29 ago 2014 | 3 min di lettura | Pubblicato da Franco C.
Gli italiani non pagano le rate e le banche concedono ancora meno prestiti
La crisi del credito non si sblocca e le banche continuano a non concedere prestiti né alle aziende né alla famiglie mentre, d'altro canto, sono in crescita le rate dei prestiti che non vengono onorate. E' questo il quadro del credito italiano tracciato dal rapporto mensile di Banca d'Italia e rielaborato dal Centro studi di Unimpresa e secondo il quale, negli ultimi dodici mesi, cioè dal giugno 2013 al giugno 2014, i finanziamenti alle imprese e alle famiglie sono calati di oltre 20 miliardi di euro, mentre le rate che non sono state pagate sono cresciute di ben il 23%, cioè di 32,1 miliardi, arrivando a toccare oltre 170 miliardi di euro.
Il dato è drammatico, soprattutto se rapportato a quello del 2010, anno nel quale le sofferenze ammontavano a 77,8 miliardi di euro: ciò significa che, in soli tre anni e mezzo, le sofferenze bancarie sono più che raddoppiate, arrivando a 170,3 miliardi di euro, in salita di 93 miliardi che rappresentano un tragico +120% (nel 2011 erano 107,1 miliardi, nel 2012 124,9 miliardi).
Sempre secondo il Centro studi di Unimpresa, nell'ultimo anno gli istituti di credito hanno tagliato prestiti al settore privato per 20,3 miliardi complessivi. La quota dei prestiti che non sono rimborsati regolarmente alle banche vede protagoniste in negativo soprattutto le imprese, che non sono riuscite a restituire 121 miliardi di euro, dei 170 complessivi. Le rate non pagate dalle famiglie italiane invece valgono in tutto una cinquantina di miliardi, 32 miliardi solo quelle delle famiglie propriamente dette e 14 miliardi quelle delle imprese familiari. Superano i 2 miliardi di euro le sofferenze della pubblica amministrazione, quelle di onlus, assicurazioni e di altre istituzioni finanziarie. In tutto, attualmente, le sofferenze coprono l'11,9% dei prestiti bancari, e sono in aumento rispetto al 9,5% dell'anno scorso. Altro dato drammatico, basti pensare che soltanto a giugno 2013 le sofferenze erano il 9,55% dei prestiti bancari: questo vuol dire che in dodici mesi la percentuale è salita talmente da toccare, a giugno 2014, l'11,94%.
Siccome le brutte notizie non vengono mai sole, parallelamente, si registra la chiusura dei rubinetti del credito che, nell'ultimo anno, sono scesi al ritmo di quasi 2 miliardi al mese. Dal giugno 2013 al giugno 2014, infatti, il totale dei prestiti al settore privato è sceso di 20,3 miliardi di euro, passando dai 1.446,4 miliardi del 2013 ai 1.426,08 miliardi di quest'anno. La riduzione interessa sia le famiglie, che hanno preso 7,6 miliardi in meno, che le imprese, penalizzate per 12,7 miliardi di meno. In sostanza, le erogazioni di prestiti da parte degli istituti di credito sono scese, nell'ultimo anno, dell'1,41%. E se va peggio alle imprese, che negli ultimi dodici mesi hanno assistito alla riduzione dei prestiti di qualunque durata (soprattutto quelli a breve termine, cioè fino a un anno, scesi del 2,8%) le famiglie non cantano certo vittoria, visto che, sempre in dodici mesi, il credito al consumo è sceso del 2,36% e i prestiti personali dello 0,93%.
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