Addio Black Friday: lo shopping si fa sotto casa
15 ott 2020 | 3 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.
Il 36% degli italiani si è riavvicinato ai negozi di quartiere
Fino a pochi anni fa, la convenienza dell’ecommerce sembrava aver decretato l’inizio della crisi dei piccoli esercenti a livello locale. Curiosamente invece, per effetto del lockdown gli italiani sembrano essere tornati ad acquistare sotto casa. Ma che cosa è accaduto?
Molto semplicemente, come fenomeno sociale, il lockdown ha avuto diverse ripercussioni: se da un lato è cresciuto in maniera esponenziale il ricorso all’ecommerce per la spesa alimentare, dall’altro invece chi non vi ha fatto ricorso ha incrementato gli acquisti nei negozi di vicinato scoprendo una dimensione umana perduta.
L’altra faccia del lockdown è stato infatti il ritorno a una sorta di “localismo” e la scoperta di nuove abitudini dal sapore un po’ vintage: torna il bar e il panettiere sotto casa e la voglia di sentirsi parte di una comunità, a partire da quella più piccola, come il condominio o il proprio quartiere.
Secondo una recente ricerca commissionata Mastercard quasi otto italiani su dieci (precisamente il 78%) sono infatti oggi più propensi a fare acquisti vicino casa rispetto al 2019.
D’altra parte, in molti si sono affacciati per la prima volta da anni ai negozi sotto casa scoraggiati dalle lunghe code agli ingressi dei supermercati di grandi dimensioni (40% per gli europei e 36% per gli italiani). Le restrizioni agli spostamenti hanno quindi giocato un ruolo determinante nel cambiamento delle abitudini di acquisto per il 60% degli italiani. Non è stato invece così nel resto d’Europa, dove i cittadini dichiarano di aver vissuto un impatto limitato (31%) in quanto colpiti dall’emergenza sanitaria solo in un momento successivo, e dunque più preparati ad affrontare un brusco cambiamento di abitudini e di restrizione della libertà di movimento quotidiano.
Nonostante le difficoltà economiche del periodo, che potrebbe spingere molti cittadini italiani ed europei a ricorrere a prestiti personali, il desiderio comune è quello di poter contribuire alla ripresa delle comunità di appartenenza (54% il dato italiano vs un 49% a livello europeo) anche tornando a spendere di più a livello locale. Due terzi (65%) dei consumatori europei affermano di essersi avvicinati molto ai negozi locali sin dall’inizio della pandemia perché più facilmente raggiungibili e convenienti (50%), un dato pressoché allineato con i nostri connazionali (40%). Il legame instaurato spinge inoltre sia i consumatori italiani (83%) che quelli europei (72%) a fare acquisti nei negozi gestiti da conoscenti.
Ma quanto sta avvenendo nei piccoli negozi di quartiere è la spia di un sentimento più ampio. A seguito del lockdown, sono cambiati anche i valori che si riflettono nei comportamenti quotidiani.
Ad esempio, il 64% degli italiani (vs il 58% degli europei) afferma di salutare più frequentemente i propri vicini rispetto a quanto erano soliti fare solo un anno fa. Il 46% degli italiani dichiara di accettare le consegne di prodotti ordinati online per conto dei vicini (contro il 44% degli europei), mentre il 15% degli italiani (18% degli europei) dichiara di far parte di un gruppo Whatsapp che riunisce tutti i membri del quartiere. Tuttavia, rispetto ai cittadini europei, gli italiani si mostrano ancora restii a lasciare una copia delle chiavi di casa ai propri vicini in caso di emergenza (13% contro il 19%).
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