Sovraindebitamento: appello dei consumatori per la nuova legge
29 lug 2020 | 3 min di lettura | Pubblicato da Franco C.
Il 20% della popolazione italiana è in arretrato con i pagamenti
Gli ultimi dati sono di marzo 2020 e arrivano dal think tank Ue Eurofund: in Italia il 20% della popolazione è in arretrato con i pagamenti e il 9% dichiara di avere comunque difficoltà a pagare mutui o prestiti personali contratti in passato. Il sovraindebitamento si fa largo in tutta Europa, è vero (in Grecia è il 52% della popolazione a essere sovraindebitata, in Croazia il 36%) e in Italia colpisce soprattutto i genitori single mentre, tra le fasce d'età, sono i giovani tra i 25 e i 34 anni a essere più in difficoltà, secondo Ue Eurofund. Per cercare di porre un freno alla valanga in atto le associazioni dei consumatori avanzano una proposta di emendamento che possa modificare la Legge 3/2012, quella che per la prima volta è intervenuta in aiuto dei sovraindebitati, inserendo norme sulla materia già approvate col Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza.
Le associazioni che hanno lanciato l'appello. I promotori dell'appello sono 15 associazioni: Adiconsum, Adoc, Acu, Adusbef, Assoconsum, Assoutenti, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, CTCU, Casa del consumatore, Federconsumatori, il Movimento consumatori, il Movimento difesa del cittadino, Udicon e l'Unione nazionale consumatori.
Spiegano le associazioni in un comunicato: “In questa pesante crisi effetto della pandemia, assistiamo all'aumento del tasso di disoccupazione ma anche al repentino deterioramento delle condizioni di reddito dei privati, con la crescita conseguente dei crediti problematici. Le nuove disposizioni in tema di sovraindebitamento sia dei consumatori che delle famiglie che sono contenute nel Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza e che dovrebbero entrare in vigore il 15 agosto 2020, potevano offrire adeguati strumenti per contenere il fenomeno, con il miglioramento degli strumenti giuridici utilizzabili e il superamento di varie questioni di dubbia interpretazione da parte dei giudici”.
Il CCI rinviato al 1° settembre 2021. E invece cosa succede? Succede che il Cci, il codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza, compresa la nuova disciplina sul sovraindebitamento, vede purtroppo rimandata l'entrata in vigore al primo settembre 2021, spiegano le associazioni. Rimane invece in vigore la legge n. 3/2012, che però è ritenuta “inadeguata ad affrontare l'impoverimento ulteriore delle famiglie italiane”, secondo le associazioni dei consumatori.
Le proposte delle Associazioni. Per questo le associazioni propongono una serie di modifiche alla Legge, sia per semplificare le condizioni di accesso al piano del consumatore da parte dei debitori, sia per accedere all’esdebitazione, cioè il beneficio della liberazione dei debiti non onorati. I punti principali della proposta delle associazioni dei consumatori sono questi. Prima di tutto introdurre nella legge il concetto di indebitamento del nucleo familiare, e non solo quello che riguarda l'individuo: questo per rispondere meglio alle modalità reali con cui le crisi da sovraindebitamento va gestita. In secondo luogo, fanno notare le associazioni, va introdotta la possibilità di esdebitazione del debitore incapiente, fondamentale per consentire una fresh start, una ripartenza anche in presenza di debiti pregressi non pagati. Terzo, garantire una responsabilizzazione maggiore dei finanziatori i quali, in caso di concessione imprudente del credito, subiscono limitazioni di tipo procedurale.
Disciplina più efficiente presto o aumentano le difficoltà. “In mancanza di una disciplina più efficiente sul sovraindebitamento - si legge nell’appello delle associazioni - numerosi soggetti vedono accrescere la loro situazione di difficoltà, rischiando di ritrovarsi vittime di condotte estorsive quando non usurarie da parte delle organizzazioni criminali, ampiamente dotate di liquidità, proprio ciò di cui hanno bisogno le persone in difficoltà”.
Rafforzare il Fondo di prevenzione usura. Ecco allora, dicono le associazioni, quanto risulta fondamentale, tra gli stanziamenti ricompresi negli ammortizzatori sociali, prevedere delle “forme di sostegno pubblico che possano rendere sostenibili le spese della procedura per gli indebitati. A questo fine - concludono le associazioni - si potrebbe pensare a rafforzare organizzativamente e in quanto a dotazione il Fondo di prevenzione dell’usura, previsto dall'art. 15, legge 108/96, articolo nato fin dall'origine per questo scopo”.
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