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Prestiti personali, aumentano le insolvenze

19 set 2011 | 2 min di lettura | Pubblicato da Valerio M.

prestiti personali aumentano le insolvenze

Maggiore familiarità con il credito al consumo ma anche maggiori pericoli d'insolvenza

La crisi continua a contrarre il potere d’acquisto degli Italiani: con i redditi che in molte famiglie diminuiscono, e l’Iva che da questi giorni, dopo l’approvazione della manovra Finanziaria, porterà a nuovi aumenti su un paniere piuttosto ampio di beni e servizi, la capacità di acquisto vedrà un’ulteriore contrazione.

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Per questo, gli italiani continuano a ricorrere in modo molto consistente al credito al consumo. A svelarlo è un rapporto sul settore della Banca d’Italia, che ha confrontato lo stato di salute del segmento confrontandolo con quello di altri otto paesi europei (Spagna, Portogallo, Germania, Finlandia, Regno Unito, Irlanda, Olanda, Francia).

In Italia il 14,8% dei consumatori acquista a rate o comunque, per compere di un certo livello, si rivolge al credito al consumo o a dei piccoli prestiti personali, come prestiti casa o prestiti auto. La media degli altri paesi, infatti, è molto più bassa, e supera appena il 10%, con picchi minimi dell’8,4% come nel caso della Francia. Ma come gli italiani sono i più avvezzi a prestiti e più in generale al credito al consumo, sono anche il popolo più insolvente del Vecchio Continente.  Tra coloro che hanno prestiti con le banche, ce n’è una buona fetta (il 10,5%) che non riesce a far fronte alle rate. È il dato peggiore tra tutti i Paesi esaminati, e non di poco visto che la media tra gli altri big europei è al di sotto del 5%.

Ma il dato curioso è un altro: tra coloro che hanno problemi con i pagamenti non ci sono soltanto i cosiddetti “poveri”. In Italia gli insolventi coprono un po’ tutte le fasce di reddito, visto che quelle più basse rappresentano soltanto il 30% della totalità degli insolventi. Cosa che non accade in paesi come la Germania o il Regno Unito, dove in difficoltà ci sono soprattutto gli indigenti (nell’ordine del 70-75%). Soprattutto in terra britannica il tasso d’insolvenza è bassissimo: solo il 2,3% sul totale di coloro che richiedono prestiti alle banche sono in difficoltà. Dunque l’Italia ha un rapporto ambivalente con il prestito secondo Bankitalia: siamo quelli che lo richiedono di più, ma anche i primi a farlo diventare un grattacapo.

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