In arrivo i “prestiti” per l'energia
24 mag 2022 | 2 min di lettura | Pubblicato da Paolo F.
L'obiettivo è rendersi indipendenti da altri Paesi
Ridurre la dipendenza energetica dalla Russia e cercare di ridurre il costo dell'energia. Sono questi gli obiettivi del piano RePowerEu, battezzato dall'Unione europea con un pacchetto da 200 miliardi di euro. Come funziona e quali potrebbero essere i suoi effetti?
Come funziona il piano europeo
Le risorse del piano obbediranno alle linee guida della Commissione. Gli stanziamenti non rappresentano nuove risorse, ma derivano dalla modifica delle regole legate al Recovery Fund (e quindi, in Italia, al Piano nazionale di ripresa e resilienza).
Il Pnrr e i suoi omologhi europei sono infatti nati per rispondere, in modo ampio e strutturale, alla crisi pandemica. Adesso l'Ue permetterà ai Paesi membri di destinare alla questione energetica i fondi non ancora spesi. In sostanza, quindi, si apre la possibilità di investire su obiettivi e infrastrutture fino a oggi esclusi dal Recovery Fund.
Cosa significa per famiglie e imprese
Non è chiaro ancora come verranno impiegati e quale potrà essere il perimetro dell'intervento. Non è escluso che possano essere utilizzati per ammortizzare il peso della bolletta di famiglie e imprese, che in questi mesi hanno anche ricorso a prestiti personali pur di sostenere la spesa.
Di certo contribuirà a finanziare infrastrutture che permettano una maggiore indipendenza dal gas russo, dai gasdotti provenienti da altri Paesi (come l’Azerbaijan) a nuovi rigassificatori per consentire una maggiore ricorso al metano liquefatto.
E le rinnovabili?
Il RePowerEu si concentra su una risposta urgente alla crisi energetica e su fonti non rinnovabili. In un certo senso, quindi, cozza con gli iniziali obiettivi del Pnrr, che puntano ad accelerare la transizione ecologica e l'abbandono delle fonti fossili.
Per cercare di trovare un nuovo equilibrio, Bruxelles prevede di fissare obiettivi ancora più ambiziosi, in modo tale che la corsa a rendere l'Europa più indipendente dalla Russia non distolga l'attenzione dalla necessità di costruire un futuro più sostenibile. L'Ue porterà quindi dal 40 al 45% l'obiettivo di riduzione delle emissioni entro il 2030, stanziando nuovi fondi per idrogeno, biometano, solare ed eolico.
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