Credito al consumo: nuove norme, vecchia trasparenza
14 set 2011 | 2 min di lettura | Pubblicato da Franco C.
Credito al consumo: Altroconsumo chiede maggiore trasparenza
In un'Italia che paga sempre più a rate, aumentano le famiglie che ricorrono al credito al consumo e ai prestiti personali per gestire al meglio le proprie spese. Ovvio dunque che la clientela abbia sempre più bisogno di trasparenza, garantita a livello legislativo dalle nuove norme entrate in vigore il primo giugno scorso – per prestiti fino a 75 mila euro – e il cui spirito è proprio quello di garantire costi confrontabili (comprensivi di ogni dettaglio), pubblicità leggibile, dettagli informativi che precedano la stipula del contratto, chiarezza nel TAEG e assenza totale di scritte invisibili in genere piazzate a fondo pagina.
L'applicazione di questa nuova normativa però sembra inficiata da una trasparenza “a singhiozzo”. Lo conferma un'inchiesta di Altroconsumo che ha visitato 180 negozi sparsi in nove città: Bari, Bologna, Genova, Milano, Napoli, Prato, Roma, Torino, Verona. Nel 62% dei casi di acquisto di elettrodomestici, mobili o attrezzi sportivi per cui sia stato chiesto un prestito, l'addetto alla vendita non comunica il Taeg o ne fornisce uno sbagliato. Nel 78% dei casi, l'Ebic, il modulo europeo che contiene le informazioni sul credito al consumo, obbligatorio – secondo la normativa e secondo Altroconsumo – per essere informati in moda tale da decidere consapevolmente, non viene consegnato al consumatore. La possibilità di rateizzare, in genere, viene presentata frettolosamente con indicazioni sommarie o senza indicazioni e il Taeg non viene dichiarato nel 24% dei casi. Latitano anche le informazioni sul recesso e il contratto non viene consegnato quasi mai.
Altroconsumo mette in rilievo come la preparazione del personale addetto al credito sia un passaggio fondamentale per fare in modo che i prestiti siano firmati in modo finalmente attento e responsabile. I risultati dell'inchiesta di Altroconsumo e le infrazioni alla legge verranno inviati a Bankitalia e al Garante per la concorrenza e il mercato.
Non è tanto importante la sanzione di per sé, quanto la necessità di adempiere alle imposizioni della nuova legge che basterebbero, da sole, per consentire di fare un bel balzo in avanti: tutto il sistema beneficerebbe da una drastica riduzione delle percentuali d'insofferenza, conseguenza perlopiù della poca consapevolezza dei dettagli del prestito che si sta chiudendo o, sempre più di frequente, di valutazioni troppo affrettate e prive delle giuste indicazioni. L'equazione che spinge Altroconsumo, come altre associazioni di consumatori, è: consumatori più consapevoli uguale prestiti adeguati, uguale meno sofferenze per il sistema.
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