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Credito al consumo, nel 2012 il tonfo

21 ago 2012 | 2 min di lettura | Pubblicato da Valerio M.

credito al consumo nel 2012 il tonfo

Credito al consumo, nel 2012 gli Italiani preferiscono evitarlo

Il credito al consumo? Secondo gli italiani, in una fase come questa non conviene poi così tanto. Per fronteggiare la crisi le famiglie italiane hanno rivisto i propri modelli di acquisto, iniziando con un taglio dei consumi non strettamente necessari e finendo con il limitare drasticamente il ricorso al credito al consumo, che le aveva invece "incentivate" nelle fasi iniziali del ciclo negativo. Un'analisi condotta dall'Osservatorio nazionale di Federconsumatori mostra come, dopo essere cresciute da 50 fino a 115 miliardi tra il 2002 e il 2009, le consistenze debitorie delle famiglie italiane hanno iniziato negli ultimi anni a contrarsi.

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Dall’anno in cui la crisi si è propagata, il ricorso a un prestito di piccola o media entità per fare determinati tipi di acquisti si è progressivamente sempre ridotto. Ma in base ai dati raccolti dall’unione dei consumatori, la diminuzione più marcata si registrerà proprio nell'anno in corso: sulla base degli andamenti rilevati fino ad ora, si prevede un'ulteriore riduzione e delle consistenze del credito al consumo del 5%, fino a un ammontare complessivo di 107 miliardi di euro. Così, se nel 2009 l'indebitamento era pari a 4.618 euro a famiglia e 1.910 euro a individuo, nel 2012 passerà a 4.280 euro a famiglia e 1.783 euro a individuo, con un calo del 7% circa.

Perché questo trend? Federconsumatori, che ha effettuato l’indagine su dati Abi-Assofin-Istat, dà una spiegazione semplice. “In questa fase gli italiani rinunciano ad acquistare tutta una serie di prodotti, dagli elettrodomestici a una televisione fino ad arrivare all’automobile se non strettamente necessario. Proprio con questi prodotti il credito al consumo si era affermato, e ora invece vede subire una netta contrazione proprio per la riottosità di tante famiglie ad indebitarsi. A fine anno i dati saranno, con ogni probabilità, ancor più negativi”.

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