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Bankitalia: continua il calo dei prestiti

15 giu 2015 | 2 min di lettura | Pubblicato da Francesca L.

bankitalia continua il calo dei prestiti

Report Bankitalia sul credito al consumo ad aprile 2015

Persiste la dinamica negativa per i prestiti personali che, secondo i dati diffusi recentemente da un report della Banca d’Italia, nell’appena passato mese di aprile 2015 hanno registrato un sensibile calo. Ancora brutte novità perciò per un settore che stenta ad uscire da una crisi ormai prolungata e iniziata da diversi anni.

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Nei fatti, la nota di Via Nazionale riferisce che tutti i finanziamenti personali, “corretti per tener conto delle cartolarizzazioni e degli altri crediti ceduti e cancellati dai bilanci bancari”, sono calati nel complesso dell’1,4% su base annua; evidenza non proprio nuova se si considera che a marzo di quest’anno la contrazione è stata pressoché identica. Scendendo maggiormente nel dettaglio i prestiti richiesti ed ottenuti dalle famiglie sono diminuiti dello 0,2% ( -0,3% a marzo) mentre quelli alle imprese si sono ridotti del -2,2% (come anche a marzo) in un anno.

È stato inoltre messo in evidenza il tasso di crescita annua dei depositi del settore privato pari al 3,6%, contro il 3,3% di marzo ed il tasso di crescita annua delle sofferenze che appare lievemente in diminuzione rispetto al mese precedente, si è passati infatti da 14,9% a 14,8%.

I tassi d’interesse, comprensivi anche delle varie spese accessorie, sui finanziamenti erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni risultano ancora una volta in discesa rispetto al valore antecedente, attestandosi al 2,86%, a fronte del 2,95% di marzo.

Per quello che riguarda invece i tassi d’interesse sui nuovi prestiti per il credito al consumo è stato rilevato un leggero aumento dall’ 8,46% all’ 8,49% attuale.

Non solo, Bankitalia ha preso in esame anche i tassi d’interesse applicati sui prestiti alle società non finanziarie di importo fino a un milione di euro risultati pari al 3,13%, contro il 3,09% di marzo, e quelli relativi a società superiori a tale soglia pari all’ 1,78% a fronte dell’ 1,77% del mese precedente.

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