Turchia: chi protesta non ha diritto a prestiti per studiare
30 lug 2013 | 2 min di lettura | Pubblicato da Franco C.
Erdogan nega i prestiti agli studenti che hanno protestato
L'ultima novità arriva dalla Turchia. Niente prestito per lo studio verrà concesso ai dissidenti di Piazza Taksim e a quelli di Gezi Park. Questo è il provvedimento preso dal Kyk, che è l'Istituto turco per i prestiti all'educazione superiore: l'organismo ha deciso di contrastare in questo modo le contestazioni che da alcuni mesi si susseguono a Istanbul.
L'annuncio è stato uno choc e ha preso di mira gli studenti che sono scesi in piazza per protestare contro il governo del primo ministro Erdogan, che punta anche in questo modo, cioè tramite disincentivi economici, a sopprimere il dissenso. Non verranno ritenuti idonei alla concessione del prestito, riporta un comunicato del Kyk, “tutti coloro che sono coinvolti in eventi di anarchia e terrorismo oppure che partecipano ai comportamenti che violino il diritto all'educazione come ad esempio resistenze, occupazioni, boicottaggi, scrittura o pittura negli spazi pubblici o intonazione di slogan”, indifferentemente se questi atti siano stati solo tentati o portati completamente a compimento.
La regola, riporta il magazine turco Hurriyet, in realtà è sempre stata presente nelle condizioni per la concessione del prestito agli studenti: la novità è che solo quest'anno è stata inserita con grande rilievo nei bandi dell'Istituto, mentre non si ha traccia di essa navigando, per esempio, sul sito ufficiale del Kyk. Insomma, per la Turchia di Erdogan, che vuole entrare a ogni costo nell'Ue, chi protesta contro il governo per difendere i propri diritti, è un sovversivo il quale viola il diritto all'educazione mettendo in atto, comunque, azioni di “anarchia e terrorismo”.
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