Tassi ancora in crescita: ecco quanto costa un prestito
1 dic 2023 | 2 min di lettura | Pubblicato da Paolo F.
Pressione ancora maggiore sulle imprese
Il “costo” dei prestiti continua a crescere. Anche a ottobre, secondo i dati dell’Associazione bancaria italiana (Abi), i tassi sono aumentati. È l’effetto della politica restrittiva dalla Banca centrale europea, che sta però generando anche alcuni effetti positivi per gli investitori.
Il costo dei prestiti
A ottobre, mese a cui si riferisce l’ultimo rilievo dell’Abi, il tasso medio sulle nuove operazioni per l'acquisto di abitazioni è stato del 4,37%, in aumento rispetto al 4,21% di settembre. Il dato fa capire quanto oggi sia diventato oneroso sottoscrivere un mutuo. E peraltro tiene conto solo delle nuove operazioni. Non assorbe quindi l’altra voce in forte risalita, ossia i tassi dei mutui variabili, che hanno visto un severo rincaro della rata negli ultimi mesi.
Il tasso medio di tutti i tipi di prestiti è stato del 4,70%, contro il 4,61% di settembre. Le imprese stanno subendo una pressione ancora maggiore, con un interesse arrivato al 5,45% (+0,1% rispetto al mese precedente).
Il calo del credito
Con questi tassi, con le banche sempre più caute nel concedere prestiti e con l’inflazione che continua a erodere il budget delle famiglie, non sorprende che il credito sia in diminuzione: -3,6% rispetto a ottobre 2022.
“Il calo dei volumi – spiega l’Abi - è coerente con il rallentamento della crescita economica che deprime la domanda”. Se, infatti, i prestiti alle famiglie reggono (il calo è inferiore all’1%), le aziende hanno già tirato il freno, con un rallentamento vicino al 7%.
Obbligazioni e depositi
La politica monetaria della Bce ha però anche altri effetti. Aumentano (anche se non sempre abbastanza da “risarcire” i costi dell’inflazione) i rendimenti di depositi e obbligazioni. Cioè, in sostanza, si guadagna un po’ di più da prodotti finanziari come ad esempio bond o conti deposito. Secondo i dati dell’Abi, il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni a tasso fisso è del 4,47%, più che triplicato nel giro di un anno e mezzo.
Il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) è il 3,57%. Si allontana dallo zero anche il tasso sui depositi in conto corrente, a ottobre allo 0,51%. Si tratta però di un tasso incapace di bilanciare i costi dell’inflazione, tanto che la stessa Abi sottolinea come il conto corrente “permette di utilizzare una moltitudine di servizi” ma “non ha la funzione di investimento”.
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