Shopping: è tempo di e-commerce, caccia allo sconto e second hand
20 ott 2022 | 3 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.
La pandemia ha portato a nuovi comportamenti
Con la pandemia lo shopping è cambiato. Non solo perché si acquista di più online, ma anche perché si sceglie in maniera diversa, con un occhio alla qualità e uno al portafoglio. Se da un lato infatti c’è chi preferisce chiedere un prestito personale o finalizzato per sostenere i pagamenti, dall’altro c’è chi guarda di più alle promozioni e alle occasioni offerte dal second hand.
A rivelare le nuove tendenze è l’Osservatorio Non Food 2022 condotto da GS1 Italy secondo cui ormai il digitale avrebbe talmente preso piede da non rappresentare più una novità, ma una delle tante modalità di acquisto.
Più integrazione tra ecommerce e negozi fisici
La prima tendenza identificatadagli studiosi è quella dell’integrazione fisico-digitale. Rispetto al periodo pre-Covid, il 30% dei consumatori dichiara di aver adottato nuovi comportamenti ricorrendo agli acquisti via web.
Nel settore dell’abbigliamento le catene che hanno introdotto le vendite online accanto a quelle tradizionali è arrivata al 51,2% contro il 14,4% del 2019. Nel 2021 le vendite online sono aumentate soprattutto per i farmaci da banco (+20,7%) e per i prodotti di profumeria (+31,2%). Ma è nell’elettronica di consumo che l’e-commerce ha registrato il maggior fatturato aggiuntivo, grazie all’espansione del 10,9% delle vendite.
Altri settori sono invece in calo, come l’abbigliamento (meno 2,7% articoli per lo sport e meno 3,2% calzature).
I canali digitali come vetrina
I canali digitali sono sempre più importanti non solo per vendere, ma anche più generalmente per comunicare. I consumatori cercano online i brand, li trovano e li confrontano. La comunicazione attraverso i social network diventa fondamentale come strategia di marketing, tanto che l’81,9% delle grandi catene è presente su almeno uno dei principali social network con una pagina ufficiale in italiano, in particolare su Facebook, seguito da Instagram e Twitter.
Si riduce il tempo nei negozi, aumenta la flessibilità di consegna
Le nuove esperienze di shopping comprendono forme di consegna più flessibili e un nuovo modo di visitare i negozi. Da un lato, circa un terzo dei consumatori dice di aver sfruttato nel 2021 le modalità di acquisto e consegna più flessibili – come ordini in remoto (pc o telefono) con ritiro in punto vendita oppure ordini in store con consegna a domicilio. Il 10% di italiani ha sfruttato i tour virtuali del punto vendita o i contatti a distanza (video call) con gli addetti del punto vendita.
Dall’altro lato, i consumatori cercano di fare spese nelle giornate meno affollate e si trattengono meno nei negozi. Dopo la pandemia è aumentato il livello di attenzione nella frequentazione dei luoghi affollati (il 26,4% degli italiani preferisce le giornate con meno clienti), si è ridotta la frequenza di visita ai negozi (65% dei casi) e si sono abbreviati i tempi di permanenza (32,4%) oltre ad essere aumentata la sensibilità per il livello di pulizia e il rispetto delle norme di legge per il contenimento della pandemia.
Più spazio per i prodotti sostenibili e per l’usato
Nel contempo si è rafforzata la tendenza green e la ricerca della sostenibilità. Il 73% della popolazione sopra i 14 anni valuta positivamente i marchi che prendono posizione su questi temi e il 57% li premia nelle proprie scelte di acquisto.
L’attenzione alla sostenibilità è anche una delle motivazioni che ha contribuito alla crescita del business del second hand: con il 28% di incidenza rappresenta la seconda ragione, dopo il risparmio, che ha spinto 45 italiani su 100 a comprare beni di seconda mano, rivolgendosi soprattutto alle piattaforme online (63%).
Nel 2021 diventa più accurata ed evidente la caccia allo sconto e la ricerca del risparmio. Dal 20% al 45% dei consumatori, a seconda della tipologia di prodotto, si informa su diversi canali sia fisici che digitali, confrontando soprattutto i negozi fisici e i siti generalisti. La caccia allo sconto è facilitata dalla diffusione del digitale, per i servizi di comparazione dei prezzi ma anche per il risparmio spesso offerto dal web rispetto ai negozi fisici.
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