Risparmi: l’impatto dello smartworking sul budget familiare
22 feb 2022 | 3 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.
Ecco una stima approssimativa
Se da un lato la diffusione della pandemia ha messo il turbo allo smartworking, rivoluzionando di fatto il modo di lavorare degli italiani, dall’altro, il caro bollette potrebbe spingere le aziende a consolidare questa abitudine in modo da contenere i costi.
Secondo il Codacons infatti, “la necessità di tagliare le spese di luce e gas, sempre più alte e insostenibili, incentiva le imprese a far lavorare da casa i propri dipendenti, politica che a fine anno consente risparmi medi sulle spese vive (affitti, utenze, manutenzione, riscaldamento, telefonia, ecc.) fino al 30% ad azienda e addirittura fino a 10mila euro a dipendente spostato in remoto”.
Ad accollarsi quindi i costi relativi all’incremento delle bollette sono quindi i lavoratori, che, possono però bilanciare il maggior esborso con altri risparmi, di gran lunga maggiori, legati alle spese fuori casa.
Tra gli aspetti da analizzare per capire l’impatto economico dello smartworking sul bilancio familiare, e quindi anche sulla propensione o meno a ricorrere a prestiti personali per gli acquisti più importanti, vi è pertanto non solo il costo delle bollette, ma anche della pausa pranzo e dei trasporti.
Smartworking, costi che salgono...
Secondo un’indagine di Selectra lo smartworking fa aumentare i costi a carico del lavoratore per le utenze.
Il portale dice che a febbraio 2022 “un lavoratore in smart working full time arriverà a spendere fino a 57 euro in più nella bolletta mensile della luce e 159 euro in più per il gas rispetto allo stesso periodo del 2021”.
Nonostante il 55% degli italiani dichiari di apprezzare lo smartworking, uno dei punti più critici segnalati da sei lavoratori su dieci riguarda proprio l’aumento dei costi delle utenze domestiche. Chi ha scelto il mercato libero dell’energia paga di più rispetto allo scorso anno, ma riesce a risparmiare rispetto al mercato tutelato 45,5 euro sulla bolletta della luce e 32 euro su quella del gas.
Rispetto a chi è rientrato in ufficio full time, (e che quindi ha un consumo di luce e gas inferiore perché rapportato ai soli weekend e ad una parte minore della giornata) un lavoratore in smart working nel Servizio di Maggior Tutela a febbraio 2022 spenderà 17 euro in più per la luce e 39 euro in più per il gas. Sul Mercato Libero, invece, si parla di 10 euro in più per la luce e 32,5 euro per il gas per il lavoratore da remoto rispetto a chi va in ufficio».
… e quelli che scendono
Se da un lato i costi aumentano per effetto del caro bollette, dall’altro i lavoratori in smart working possono risparmiare su una serie di voci che caratterizzano tipicamente il lavoro fuori casa: dalla colazione al pranzo fuori casa, dai caffè al bar fino alle spese (più o meno ingenti a seconda dei km percorsi) per la benzina o per il trasporto pubblico.
A fare un’analisi dettagliata per le singole voci è il Codacons sulla base di quattro profili diversi. I risparmi stimati possono variare da un minimo di 2.800 euro fino a 5.100 euro l’anno a seconda dell’uso o meno dell’auto o dei mezzi pubblici per andare al lavoro, della distanza percorsa da casa e dalla città in cui lavoratore risiede.
Se si guarda alle singole voci di spesa emerge come per la colazione fuori casa e il caffè al bar si possa arrivare a risparmiare quasi 3 euro e mezzo al giorno. Il pranzo, se comprato fuori casa, ha un costo medio di 7 euro circa mentre per il carburante l’associazione di tutela dei consumatori ha stimato una spesa che va dai 5 euro ai 10 euro al giorno a seconda dei km percorsi.
Ma il risparmio ottenuto attraverso il ricorso allo smartworking non è solo misurabile in euro, ma anche in minuti preziosi che possono essere utilizzati per altre attività personali. “Grazie allo smartworking”, aggiunge il Codacons, “un cittadino risparmia in media 74 minuti ogni giorno per gli spostamenti casa-lavoro”.
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