Rischio usura in aumento, colpa delle banche?
30 ago 2013 | 3 min di lettura | Pubblicato da Franco C.
L'industria dell'usura è sempre più fiorente, specialmente nel Sud Italia
L'Italia, da tempo, è in una fase di disagio economico talmente drammatica che, complice la stretta creditizia delle banche le quali si ostinano a concedere prestiti solo a chi dimostri garanzie a prova di bomba (cioè a chi ha già i soldi), sempre più famiglie e imprese sono costrette a rivolgersi al mercato nero dei soldi, pur di ottenere sotto forma di prestiti la liquidità necessaria a proseguire nella vita di tutti i giorni.
In realtà, guardando dietro la maschera del (falso) benefattore, si scopre la sembianza di una vera organizzazione criminale. Basta guardare i dati resi noti di recente da Krls Network of Business Ethics, la rete che divulga l'etica degli affari: nel 2012 l'usura in Italia è aumentata del 155%, in testa alla classifica delle regioni più indebitate con le organizzazioni criminali c'è la Campania che in un anno ha incrementato l'usura del 183,8%, seguono Calabria (+179,4%) e la Liguria (+175,5%). Il rischio usura nel 2012 ha colpito 3 milioni e 130mila famiglie italiane e 2 milioni e 550mila piccoli imprenditori con un debito medio che, per le famiglie, ha raggiunto i 43.500 euro, per le imprese i 64.700 euro. E il trend non accenna a diminuire.
Secondo uno studio della Cgia di Mestre, in un anno, tra maggio 2012 e maggio 2013, il credit crunch bancario ha colpito soprattutto Calabria (-4,3%, pari a -374 milioni di euro concessi), Basilicata (-4,2%), Sicilia e Molise (entrambe con -2,7%) e Campania (-2,6%, con -794 milioni di prestiti concessi dalle banche). Per contro, dice lo studio, “si consolida, proprio in queste realtà, un rischio usura esponenziale”. Secondo l'indice-usura elaborato dalla Cgia, la situazione più critica è quella della Campania che ha un indice usura di 169,2 (il 69,2% in più rispetto alla media italiana), seguita dalla Basilicata (indice a 159,2, il 59,2% in più sulla media nazionale) e dal Molise (153,1, il 53,1% in più della media e Calabria (150,4, il 50,4% in più della media) mentre la regione meno esposta al rischio usura appare il Trentino Alto Adige con un indice rischio usura a 49,2 (il 50,8% in meno sulla media nazionale).
Ma come funziona l'usura, cessione di denaro con un patto di restituzione così imperfetto nei modi ma non nella sostanza? Mettiamo che la richiesta sia un prestito da 3000 euro, di cui ho bisogno per una necessità qualunque. Intanto il tasso applicato si aggira intorno al 15% al mese per cui l’interesse da pagare in anticipo è di 450 euro, a fronte di un capitale netto erogato di 2.550 euro, cifra garantita da un titolo (che sia assegno o cambiale poco importa) esigibile alla scadenza. E qui, alla scadenza, arrivano i guai: se a quella data io onoro sempre il mio debito divento ottimo cliente, addirittura facilitando qualsiasi mia eventuale richiesta futura, ma se alla scadenza, per qualsiasi motivo anche il più 'umano' non riesco soddisfare il debito, ecco che il dramma dello strozzinaggio è pronto a trasformarsi in incubo. Perché in questo caso il tasso d'interesse, per tre mesi di ritardo nel pagamento del debito, passa dal 15% al 60%. Per cui, ogni qual volta viene superato il limite stabilito per il pagamento (cioè i 30 giorni) l’interesse iniziale si raddoppia. Il capitale di 2.550 euro erogato in principio, dunque, scende a 1.200 euro: i 1.800 euro di differenziale saranno le competenze spettanti agli strozzini. E questo è solo l'inizio di una dolorosa tragedia.
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