Prestiti vitalizi, molti dubbi e poche richieste
2 ago 2018 | 2 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.
Pare abbia poco successo il prestito vitalizio
Era stato presentato come lo strumento più adatto per gli over 60 per ottenere liquidità, in alternativa alla vendita della propria abitazione con il sistema della vendita della nuda proprietà. Ma il prestito vitalizio ipotecario, il finanziamento garantito dalla propria casa, a due anni dalla sua introduzione in Italia, non sembra per ora aver riscosso grande apprezzamento dai potenziali destinatari.
Ricordiamo brevemente il suo funzionamento: in pratica chi ha superato i sessant’anni, può chiedere una somma di denaro alle banche dando come garanzia la propria casa su cui verrà iscritta un’ipoteca di primo grado. In questo modo viene assicurata alla banca la restituzione della cifra pattuita, nonché degli interessi e delle spese. La durata del finanziamento dipende dalla lunghezza della vita della persona che ne ha fatto richiesta, mentre se il finanziamento è cointestato al coniuge (o al costituente di una unione civile, oppure al convivente, circostanza obbligatoria qualora vivano entrambi nella casa su cui è stata accesa l’ipoteca) si fa riferimento alla durata della vita del partner più longevo.
Fin qui la teoria. In pratica, sebbene non esistano ancora dati certi su quanti abbiano chiesto finora tale finanziamento, la formula ha lasciato insoddisfatti sia i diretti destinatari, la cui opinione è stata ribadita dalle associazioni dei consumatori, sia gli operatori professionali che devono tradurre le normative in documenti e atti ufficiali.
Secondo alcune associazioni di consumatori, infatti, così come è attualmente disciplinato il sistema sarebbe “complicato” e “oneroso”, nonché gravato dal rischio dell’anatocismo che consiste nel pagamento degli interessi sugli interessi. Secondo i notai, che nel loro ruolo raccolgono i dubbi e le richieste della clientela, lo strumento avrebbe ancora bisogno di correzioni legislative per incrementarne la diffusione: a proporlo sarebbero per ora in Italia solo quattro banche su 400.
Per incrementare la conoscenza quindi di questo tipo di finanziamento, gli stessi professionisti, attraverso il Consiglio nazionale del Notariato, hanno recentemente presentato una guida sul tema realizzata in collaborazione con 14 associazioni dei consumatori (Adiconsum, Adoc, Adusbef, Altroconsumo, Assoutenti, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione per la difesa dei consumatori e Unione Nazionale Consumatori).
La guida affronta alcuni dei dubbi più diffusi sul tema a partire dal funzionamento, dai requisiti di chi può richiederlo, dalle modalità per il rimborso, fino alle tutele per gli eredi di chi ha acceso il prestito.
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