Prestiti problemi per il 10% di chi fa domanda
25 gen 2018 | 2 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.
Indagine sui disguidi finanziari
Avere alle spalle problemi finanziari, come un ritardo o il mancato pagamento di una rata, può incidere negativamente sull’ottenimento di un prestito successivo perché le banche e le società specializzate nel credito al consumo tengono conto anche di questa informazione per valutare l’affidabilità del richiedente.
Lo sa bene quel 9,72% del campione, interpellato da Facile.it e Prestiti.it, che ha dichiarato di aver avuto in passato un problema nel richiedere un finanziamento. La percentuale emerge dal’analisi condotta su un campione di 60mila richieste presentate tra novembre 2017 e gennaio 2018.
Ma, se si guarda al tipo di richieste formulate, si comprende come le difficoltà siano diverse a seconda della tipologia di finanziamento; se si considerano i soli prestiti personali, la percentuale di richiedenti con alle spalle disguidi finanziari è pari al 9,67%, mentre se si analizzano le cessioni del quinto, la percentuale arriva a toccare il 19,39%.
A determinare probabilmente tale divario è il fatto che la cessione del quinto viene concessa con maggiore sicurezza dalle banche anche a chi ha avuto in passato un disguido finanziario proprio in virtù del suo funzionamento tipico, che prevede il rimborso del prestito attraverso un prelievo fisso mensile di una quota dello stipendio o dalla pensione (di solito “il quinto”).
La richiesta media presentata da chi aveva alle spalle disguidi finanziari è stata pari a circa 13.800 euro, da restituire in 60 rate (5 anni). Per comprendere meglio il fenomeno, Facile.it e Prestiti.it hanno analizzato i dati in base alla professione di chi ha presentato la domanda; la categoria con la percentuale più alta di richiedenti che dichiarano di aver avuto in passato disguidi finanziari è quella dei disoccupati (13,81%), seguita dalle casalinghe (12,65%) e dai lavoratori autonomi (12,52%).
Se si guarda invece allo stipendio di tali categorie emerge come il 52,34% abbia un un reddito inferiore ai 1.500 euro mensili, il 33,71% tra i 1.500 e i 2.000 euro e solo l’11,91% superiore ai 2.000 euro al mese.
Se si osservano invece i dati raccolti su base territoriale emergono rilevanti differenze tra le aree del Paese. La regione dove si registra la maggiore percentuale di richiedenti “problematici” è il Molise (12,63%), a seguire la Sardegna, con un valore del 10,79% e l’Emilia Romagna, con il 10,69%.
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