Prestiti, nel Mezzogiorno cresce il rischio usura
29 set 2015 | 2 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.
Imprese e cittadini del Sud sono sempre più esposti al rischio usura
Cresce l’allarme usura: a farne le spese italiani in difficoltà, che decidono di non affidarsi ai canali ufficiali per chiedere un prestito personale, e piccole imprese piene di debiti e spinte dall’apparente rapidità con cui alcune organizzazioni promettono il finanziamento.
A lanciare l’allarme è l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese – Cgia di Mestre secondo cui vi sarebbe stata recentemente un’impennata del fenomeno. “Con la forte contrazione dei prestiti bancari avvenuta in questi ultimi anni, soprattutto nei confronti delle imprese di piccola dimensione - precisa Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi - esiste il pericolo che il fenomeno dell’usura, soprattutto al Sud, assuma dimensioni preoccupanti. Un crimine invisibile che rischia di minare la tenuta finanziaria di moltissime attività commerciali ed artigianali”.
Secondo i dati dell’Ufficio Studi tra la fine di giugno del 2011 e lo stesso periodo del 2015, il numero di estorsioni e di crimini legati al mondo dell’usura e denunciati dalle forze dell’ordine all’Autorità giudiziaria è cresciuto a doppia cifra. Se nel 2011 le denunce di usura erano 352, nel 2013 (ultimo dato disponibile) sono salite a 460 (+30,7%); le estorsioni, invece, sono passate da 6.099 a 6.884 (con un aumento del 12,9%).
Nell’ultimo indice del rischio di usura, che viene calcolato dall’Ufficio studi della Cgia da circa 15 anni, emerge come il Mezzogiorno sia particolarmente esposto al fenomeno. Per arrivare a questo risultato sono stati valutati otto parametri riferiti al 2014 tra cui la disoccupazione, le procedure concorsuali, i protesti, i tassi di interesse applicati, le denunce di estorsione e di usura, il numero di sportelli bancari e il rapporto tra sofferenze ed impieghi registrati nelle banche. In pratica, l’Ufficio Studi ha cercato così di superare il limite di qualunque indagine sul fenomeno e che è rappresentato dallo scarso numero di segnalazioni provenienti dai cittadini vittime dello “strozzinaggio”.
L’esito dell’analisi rivela come nel 2014 la Campania, la Calabria, la Sicilia, la Puglia e la Basilicata abbiano costituito i terreni più fertili per l’usura. Nel dettaglio, rispetto ad un indicatore nazionale medio pari a 100, per la Campania l’indice del rischio usura è pari a 155,1 (pari al 55,1% in più della media Italia), in Calabria è del 146,6, in Sicilia scende al 145,3, in Puglia si ferma a 136,3 e in Basilicata a 133,2.
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