Prestiti, in Sardegna si riducono più che nel resto d’Italia
9 dic 2014 | 2 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.
Si riducono i finanziamenti alle famiglie e alle imprese della Sardegna
Scarsa domanda da parte di famiglie e imprese, da un lato, ed eccesso di prudenza da parte delle banche e della società di credito al consumo dall’altro lato. Sono questi i fattori che spiegano la forte riduzione dei prestiti in Sardegna secondo l’ultimo bollettino di Banca d’Italia sull’economia della Regione.
Nella prima metà del 2014 il credito al settore produttivo è diminuito soprattutto nel settore delle costruzioni e dei servizi, mentre la flessione dei finanziamenti alle famiglie, ovvero dei prestiti personali, ha continuato a riguardare sia il credito al consumo, sia i mutui per l’acquisto delle abitazioni.
Nel dettaglio i prestiti bancari concessi alla clientela residente nella regione continuano a diminuire: a giugno la riduzione complessiva sui dodici mesi è stata del 2,9% un dato in attenuazione rispetto a dicembre del 2013 (che registrava una riduzione del 3,5 per cento). La contrazione ha continuato a riguardare sia i prestiti alle imprese pari al 2,7 per cento, sia quelli alle famiglie per il 2,1 per cento.
Nel confronto con le altre aree del Paese, la riduzione dei prestiti in Sardegna appare però più marcata: nel Mezzogiorno la riduzione è del 2,1% mentre la media italiana di tale contrazione è dell’1,8%.
Il tasso di crescita del credito erogato alle famiglie da parte di banche e società finanziarie è risultato negativo e pari al 2,5 per cento a giugno del 2014, sostanzialmente in linea con quanto osservato alla fine del 2013 dove era negativo e pari al 2,6 per cento.
La situazione è sostanzialmente invariata anche per il credito al consumo, dove la riduzione rallenta e passa dal 4,4 al 4,2%, e per i mutui, che si riducono dell’1,8 per cento contro una riduzione dell’1,6 della fine del 2013.
Se dalle famiglie si passa alle imprese, il quadro è reso ancora più difficile dalla debolezza della domanda di credito confermata dal sondaggio congiunturale della Banca d’Italia condotto tra settembre e ottobre.
La quota di intervistati che indicano una contrazione del fabbisogno di prestiti bancari nella prima parte del 2014 è aumentata al 21,3 per cento, dal 13,5 dello stesso periodo dell’anno precedente. Le condizioni di indebitamento sarebbero però peggiorate per circa il 22 per cento degli intervistati contro il 35% della precedente rilevazione. Le difficoltà incontrate nell’accesso al credito riguarderebbero soprattutto i costi accessori, l’entità delle garanzie e la complessità delle informazioni richieste dagli intermediari.
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