Prestiti giovani per fare impresa, i politici scendono in campo
6 set 2013 | 2 min di lettura | Pubblicato da Franco C.
Donazioni dei politici per i prestiti ai giovani che vogliono fare impresa
Finalmente in Italia sarà possibile concedere dei prestiti per l'occupazione giovanile tramite la costituzione di un Fondo di garanzia. Lo hanno deciso, bontà loro, un manipolo di uomini politici per una volta interessati più al benessere comune che al proprio.
L'idea, in realtà, è di Banca Etica che, in collaborazione con la Fondazione antiusura Interesse Uomo, considerati i dati drammatici sulla disoccupazione giovanile italiana, ha optato per la costituzione di un Fondo di garanzia attraverso cui sarà possibile per le imprese sociali giovanili ottenere credito. Il Fondo verrà alimentato dalle donazioni dei rappresentanti del popolo eletti nelle istituzioni e da contributi di organizzazioni e privati che vogliano aderire all’iniziativa.
Il plafond dei finanziamenti destinati alle imprese giovanili che Banca Etica può erogare risulta pari al doppio della cifra che sia stata raccolta con le donazioni: in pratica, due euro di finanziamento erogato per ogni euro di donazione raccolta. Questo fondo di garanzia, abilitato a concedere prestiti ai giovani sotto i 36 anni che vogliano fare impresa (ma che molto difficilmente otterrebbero il prestito rivolgendosi a una banca) consente a Banca Etica di prendere in considerazione sia richieste di finanziamento che provengano da imprenditori con aziende già avviate che richieste in arrivo da imprese condotte da giovani e in fase di start up, imprese che ancor più difficilmente avrebbero accesso al credito senza le dovute garanzie. E comunque, fanno sapere da Banca Etica, la priorità sarà data a imprese costituite sotto forma di cooperativa.
Il primo uomo politico che ha aderito all'iniziativa in accordo con Banca Etica è stato il senatore Francesco Russo. Lui, già a marzo, aveva annunciato di rinunciare a un 20% del proprio stipendio versandolo nell'apposito conto di Banca Etica. L'Istituto adesso auspica che siano tanti i parlamentari che decidono di aderire al fondo con donazioni, mettendo per una volta le persone al centro delle proprie iniziative economiche.
“La contribuzione al fondo di garanzia è aperta agli eletti di qualsiasi schieramento ma anche a imprese, organizzazioni e cittadini”, spiega Ugo Biggeri, presidente di Banca Etica che ribadisce la propria natura apartitica, trasversale agli orientamenti della società civile. Banca Etica, sottolinea Biggeri, “propone nuovi modelli di redistribuzione delle risorse, mettendo in evidenza come la finanza etica contribuisca ad alleviare le drammaticità dello squilibrio economico che non accenna ad attenuarsi. “Per questo - conclude Biggeri - insistiamo a chiedere ai politici iniziative personali per maggiore equità e solidarietà”.
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