Prestiti garantiti dal Franciacorta
5 feb 2016 | 3 min di lettura | Pubblicato da Franco C.
In Franciacorta le riserve di bottiglie in cantina diventano la garanzia dei produttori di vino che vogliono un finanziamento
Quella del 2015 è stata un’annata da ricordare per i vini di Franciacorta. Le bottiglie vendute sono state 16,5 milioni, 1,1 milioni in più rispetto al 2014, per un valore complessivo di 310 milioni di euro. Non solo: l'anno passato ha registrato anche, in Italia, l'incremento del 7,1% delle vendite e, all'estero, un aumento del 7,5%, con un prezzo medio di vendita pari a 19 euro, anch'esso in leggero rialzo. Risultati che inducono all'ottimismo e fanno presagire un'ulteriore crescita che potrebbe essere sorretta dalle banche, pronte a concedere prestiti personali ai produttori in cambio di un incremento di cotanto made in Italy.
Prestiti ai piccoli produttori. La Franciacorta, zona collinare tra Brescia e il Lago d'Iseo, dispone di oltre tremila ettari vitati e ha la capacità di arrivare a produrre fino a 30 milioni di bottiglie. Il potenziale di crescita è considerato enorme, ma necessita di ossigeno, di finanziamenti, se si vuole accelerare il processo di crescita. Ossigeno sotto forma di prestiti personali che potrebbero andare ai produttori, soprattutto agli oltre 80 piccolissimi produttori, quelli che producono fino a 80 mila bottiglie. La strada da battere l'ha indicata, da tempo, Maurizio Zanella, ex presidente del Consorzio del Franciacorta, che conta su 113 soci imbottigliatori (200 tenendo conto dei produttori): liberare risorse finanziarie avendo come garanzia il vino in cantina. Un'idea fatta propria dal nuovo presidente del Consorzio, Vittorio Moretti, eletto a dicembre 2015. “In cantina vanno 20 mila litri. Le banche stanno preparando alcuni progetti pronti, probabilmente, entro fine anno”, spiega Moretti, il quale conferma che, durante il suo mandato spingerà le amministrazioni locali ad adottare provvedimenti che facciano della Franciacorta un vero e proprio territorio del vino.
Più export per convincere le banche. Per convincere le banche a concedere sempre più prestiti personali ai produttori di Franciacorta, Moretti punta su alcuni punti fissi. “Dobbiamo assolutamente attrarre flussi turistici, offrendo le cose straordinarie di questi territori. Ma dobbiamo anche crescere di più nell'export”, sottolinea Moretti. In Italia, infatti, si consuma il 91% del Franciacorta (i maggiori consumatori sono Lombardia ed Emilia Romagna, poi Trentino Alto Adige, Toscana e Puglia), ma oltrefrontiera finisce soltanto il 9% di tutta la produzione, destinata soprattutto al Giappone, principale consumatore estero, col 22% dell’export, davanti a Svizzera e Stati Uniti, che si prendono il 14% dell'export. Non basta. “All'estero dobbiamo crescere di più - dice Moretti - L’anno scorso sono state esportate 1,5 milioni di bottiglie, oltre 100 mila in più rispetto al 2014”. Ma questo non basta ancora, fa intendere il presidente del Consorzio, se si vogliono convincere le banche a elargire ancora più prestiti personali ai piccoli produttori pronti a crescere. L’ostacolo è rappresentato dal prezzo al consumo che all'estero si moltiplica. “Negli Stati Uniti - precisa Moretti - dopo essere transitati dalle mani dell'importatore a quelle del distributore, il prezzo quadruplica, una volta che la bottiglia è arrivata sullo scaffale”.
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