Prestiti e finanza, sconosciuti ai più giovani
11 lug 2014 | 2 min di lettura | Pubblicato da Franco C.
Per l'Ocse i ragazzi italiani ne sanno pochissimo
Quanto ne sanno i giovani italiani di prestiti e mutui? Poco o niente, a quanto risulta dall'indagine dell’Ocse, l'Organizzazione per la cooperazione e per lo sviluppo economico, diffusa in questi giorni nel nostro Paese dalla Banca d’Italia.
Dall'indagine viene fuori che l’alfabetizzazione finanziaria dei giovani del nostro Paese non soltanto è più bassa rispetto a quella media riscontrata in tutta Europa, ma risulta anche ben più variabile rispetto alla media europea, differenziandosi per livello di comprensione in relazione all’area geografica e al sesso dei giovani intervistati. In questo senso, risultano più competenti (e quindi maggiormente informati sul tema prestiti) i ragazzi rispetto alle ragazze, così come risulta più informato il giovane che vive nelle regioni del Nord rispetto a quello che abita al Sud.
I quindicenni italiani mostrano un’alfabetizzazione finanziaria inferiore rispetto a quella dei coetanei dei paesi Ocse, sottolinea l’analisi. “Uno studente su cinque non raggiunge il livello considerato di base per quanto riguarda le competenze, livello necessario per applicare le conoscenze e i concetti finanziari considerati comuni a tutti, necessari se il giovane vuole prendere decisioni finanziarie in un ambito che sia direttamente rilevante per il soggetto”.
In pratica, dice l'analisi, questi giovani italiani non sufficientemente informati non sono nemmeno in grado di cavarsela da soli, qualora dovessero fare una qualunque scelta semplice circa le spese quotidiane e non sono in grado di riconoscere lo scopo, e l'utilità, dei documenti finanziari più usuali, come ad esempio le fatture. Figuriamoci dunque, sostiene il report, parlare di prestiti.
Eppure, molti di questi ragazzi sono già in possesso di un conto corrente, o fanno acquisti su internet oppure ancora ricaricano online la scheda prepagata del telefonino. Non solo: l'indagine riguarda studenti che, tra pochi anni, finiranno la scuola dell’obbligo venendo poi chiamati a decidere del loro futuro, magari costretti a chiedere un prestito per pagare l'università.
L'indagine riserva ancora un'amara sorpresa, visto che a colpire di più è la differenze di genere che ne risulta. “L’Italia – spiegano i relatori dell'analisi - è l’unico Paese tra tutti quelli che hanno partecipato alla rilevazione in cui sono emerse differenze significative tra maschi e femmine: le ragazze, infatti, dimostrano un livello di alfabetizzazione ancora minore rispetto ai maschi”. Influisce meno, invece, lo status socio-economico di provenienza, che non sembra essere determinante circa le opportunità di apprendimento.
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