Nell’era post Covid le famiglie tornano a pianificare i consumi
19 ott 2021 | 4 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.
A trainare il comparto sono i prestiti finalizzati
Dopo la fase più acuta della pandemia, in cui la limitazione degli spostamenti e le chiusura di molti esercizi commerciali hanno ridotto le occasioni di acquisto, le famiglie italiane tornano a pianificare spese anche importanti, come la sostituzione dell’arredamento e il ricambio dei dispositivi necessari per lavorare o per il tempo libero, come smartphone, pc e smart tv.
A confermare la ripresa dei consumi, in particolare di quelli sostenuti dall’erogazione di un prestito, è Crif, società specializzata nella gestione dei dati legati al credito.
Nel mese di settembre, in particolare, i volumi di richieste di prestiti da parte delle famiglie sono stati ampiamente al di sopra di quelle che si registravano nel 2020. Stando agli ultimi dati rilevati attraverso il Sistema di Informazioni Creditizie di Crif, nel complesso, secondo una nota ufficiale della società, “siamo ormai tornati su livelli prossimi a quelli del 2019 grazie in particolare alla vivacità dei prestiti finalizzati all’acquisto di elettrodomestici, elettronica di consumo e prodotti informatici di cui si sono dotate le famiglie per adeguarsi alle maggiori esigenze di digitalizzazione emerse a fronte della diffusione della pandemia. I prestiti personali, invece, continuano a risentire degli effetti della pandemia e, seppur in progressivo recupero, ancora presentano un ritardo significativo rispetto ai volumi pre-Covid”.
Prestiti finalizzati in netta ripresa
Nel mese di settembre è proseguito l’aumento del numero di richieste di prestiti registrate sul Sistema di Informazioni Creditizie gestito da CRIF: complessivamente, le domande dei privati sia per i prestiti personali, sia per i finalizzati sono aumentate del 13,6% rispetto allo stesso mese del 2020, sulla scia della dinamica positiva che prosegue ininterrottamente dal marzo scorso.
Se si guarda all’andamento dei primi 9 mesi dell’anno e lo si confronta con il corrispondente periodo del 2020, si registra un incremento delle richieste pari al 20,6%. Discorso diverso se si rapporta lo stesso intervallo di tempo al 2019, ossia al periodo pre-Covid: il divario in questo caso è del 2,3%.
Quando si tratta di scegliere a quale forma di credito far ricorso gli italiani confermano la loro preferenza per quello erogato direttamente presso il punto vendita o al momento della selezione del prodotto: i prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi (quali auto e moto, arredo, elettronica ed elettrodomestici, energie rinnovabili, ecc), fanno segnare un 30,9% rispetto al 2020 e un incremento del 12,9% rispetto ai primi 3 trimestri del 2019, a conferma della ripresa dei progetti di spesa delle famiglie.
I prestiti personali, che diversamente dai prestiti finalizzati consentono di ottenere un determinato importo, a prescindere da come lo si voglia utilizzare, appare in crescita rispetto ai primi 9 mesi del 2020 (6,9%) ma in deciso calo, quasi del 20%, rispetto al 2019.
Se si guarda invece al singolo mese di settembre, tradizionalmente periodo di rientro dalle ferie e di riapertura delle scuole, le richieste di prestiti finalizzati sono risultate in aumento del 22,1% rispetto al corrispondente mese del 2020, mentre quelle di prestiti personali hanno fatto segnare un minimo incremento, pari allo 0,3%.
L’atteggiamento resta prudente: importi contenuti e durate più lunghe
Ma il ritorno agli acquisti sostenuti dal credito è ancora prudente, come attesta l’andamento dell’importo medio richiesto: nel complesso dei prestiti personali e finalizzati a settembre il valore medio si è attestato a 8.398 euro, in calo rispetto allo stesso mese dell’anno precedente del 9,9%.
Nel dettaglio, per quanto riguarda i prestiti finalizzati l’importo medio richiesto è di 6.100 euro (con un calo 17%), mentre per i prestiti personali ha raggiunto i 12.741 euro in virtù di una crescita del 2,9%.
Nonostante il ritorno al credito per gli acquisti, molte famiglie tendono però a limitare l’indebitamento, chiedendo importi contenuti, o a allungare la durata del piano di rimborso.
Per quanto riguarda la distribuzione delle richieste per fascia di importo, secondo la rilevazione di settembre del Barometro CRIF, la classe al di sotto dei 5mila euro è quella prevalente con una quota pari al 47,6% del totale a conferma della preponderanza dei piccoli finanziamenti nel credito al consumo. Per quanto riguarda i prestiti finalizzati, l’incidenza delle richieste con importo inferiore ai 5mila euro è pari addirittura al 62,6% del totale.
Anche nel mese di settembre, la classe di durata in cui si sono maggiormente concentrate le preferenze degli italiani è quella superiore ai 5 anni, con il 23,2% del totale. Nel complesso, più dell’80% delle richieste prevede piani di rimborso con una durata superiore ai 24 mesi.
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