Lo stop al rosso di conto corrente mette a rischio l’economia
29 dic 2020 | 3 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.
Pesantissimi gli effetti sul fronte del credito al consumo
Mancano pochi giorni, ma le associazioni dei consumatori sono già sul piede di guerra.
Dal prossimo 1 gennaio, a seguito del recepimento delle misure dell’Autorità Bancaria Europea, anche in Italia per uno scoperto sul conto corrente, di entità modesta, si rischierà di finire nelle liste dei “cattivi pagatori” delle banche dati utilizzate dal sistema creditizio per la concessione di finanziamenti e prestiti personali.
Le nuove norme
Le norme prevedono che per un mancato pagamento superiore a 100 euro, protratto per tre mesi, il cliente sia classificato come cattivo pagatore e venga inviata la segnalazione alla centrale rischi.
A denunciare la drammatica portata sociale di queste misure, in un momento in cui il Covid19 ha azzerato le entrate di molti lavoratori, sono alcune associazioni tra cui Consumerismo No Profit, che non solo sta cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica ma si è fatta anche promotrice di un appello al Governo italiano contro le nuove regole dell’Autorità Bancaria Europea recepite anche dal nostro Paese.
Niente prestiti per chi ha il conto in rosso
L’iscrizione nella centrale rischi come cattivo pagatore avveniva finora solo per il mancato pagamento delle rate di un finanziamento o del mutuo, mentre adesso, tale possibilità sarà estesa a tutti gli altri pagamenti con addebito diretto sul conto, ivi incluse le utenze (energia, gas, acqua, telefono, Pay tv e tutto ciò che può essere addebitato attraverso RID bancario sul conto).
D’ora in poi invece sarà sufficiente un solo sconfinamento di importo anche contenuto sul conto corrente e automaticamente tutti i finanziamenti pagati attraverso quel conto subiranno la stessa sorte, portando alla segnalazione alle centrali rischi.
Questo meccanismo però potrebbe comportare, in una situazione già molto difficile per tante famiglie italiane, effetti diretti e indiretti pesantissimi sul fronte del credito al consumo.
Chi si è trovato momentaneamente con il conto corrente in rosso, non può infatti richiedere nuovi prestiti personali, mutui casa e altre tipologie di finanziamenti fino alla cancellazione del suo nome nelle banche dati.
A rischio stop anche stipendi e contributi
Nel corso delle ultime settimane alcuni istituti di credito hanno già inviato ai propri clienti una comunicazione relativa alle disposizioni che modificano le regole sullo scoperto del conto corrente bancario.
La situazione cambia pertanto radicalmente rispetto alla prassi finora in uso che permetteva alla banca di continuare a pagare le bollette del correntista attraverso il finanziamento tramite scoperto di conto corrente e il ricorso a un fido. Ed è proprio la mancanza di questo “aggiustamento” temporaneo che potrebbe portare gli effetti più drammatici.
A lanciare l’allarme infatti non sono solo le associazioni dei consumatori, ma anche quelle che rappresentano artigiani, commercianti e piccoli imprenditori.
Secondo Unimpresa, ad esempio, il divieto assoluto di sconfinamento va a incidere su quelle piccole forme di flessibilità che, “in questa fase così critica a causa degli effetti economici della pandemia da Covid19, sono state fondamentali per questi soggetti per far fronte ai pagamenti di utenze o altri adempimenti, come gli stipendi e i contributi previdenziali”.
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