L’Inflazione non dà tregua: 6 italiani su 10 tagliano i consumi
1 ago 2023 | 3 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.
Il trend è destinato a continuare
Gli aumenti dei prezzi non danno tregua e continuano a colpire i bilanci delle famiglie penalizzando soprattutto quelle con un reddito più basso, costrette a ridurre i consumi essenziali quali l’energia per far quadrare i conti a fine mese. A fornire un quadro dettagliato di questi tagli è il report FragilItalia, elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos, in base ai risultati di un sondaggio condotto su un campione rappresentativo della popolazione.
Shopping e divertimenti le prime voci colpite dai tagli
I risultati del sondaggio confermano come l’inflazione sia una “tassa” che impatta in modo più pesante sui ceti più deboli. Chi invece dispone di risorse economiche più elevate, per quanto spinto dal caro vita a “limare i consumi”, può infatti ancora attenuarne l’impatto ricorrendo per gli acquisti più importanti a prestiti personali o finalizzati su misura.
Più in generale, però, secondo il report FragilItalia, l’aumento dei prezzi starebbe costringendo quasi 6 italiani su 10 (il 57%) a ridurre le risorse destinate allo shopping, il 53% a ridurre i consumi di energia elettrica, il 51% a ridurre le spese per attività culturali e di svago, il 44% a ridurre i consumi di gas.
Tale tendenza sarebbe inoltre destinata a proseguire nell’immediato futuro, con il 57% che si vedrà costretto a ridurre o evitare le spese in divertimenti, il 52% le cene fuori e i viaggi, il 48% i prodotti in delivery, il 47% i piatti pronti.
Nella fascia della popolazione a basso reddito la riduzione dello shopping interessa il 74% degli italiani (contro il dato medio del 57%), quella del consumo di energia elettrica il 71% (contro il 53%), quella delle spese per attività di svago il 66% (contro il 51%) e quella del consumo di gas il 56% (contro il 44%). Rispetto alla precedente rilevazione (del settembre 2022), a livello medio complessivo calano, rispettivamente di 10 e di 12 punti percentuali, le quote di chi ha dovuto ridurre i consumi di energia elettrica e di gas.
Meno pesce e carne per far quadrare i conti
Le voci che occupano le prime quattro posizioni nella classifica delle riduzioni di spesa o delle rinunce previste nell’immediato futuro (57% per i divertimenti, 52% per cene fuori e i viaggi, 48% per prodotti in delivery, 47% per i piatti pronti) sono seguite dalla riduzione della spesa o dalla rinuncia all’acquisto per prodotti di elettronica (46%), della cultura (45%), di abbigliamento (41%), di bellezza (40%), di scarpe (39%).
Relativamente alla spesa alimentare, il pesce guida la classifica delle percentuali di chi dovrà rinunciarvi o ridurne il consumo (31%), seguito dai consumi di gas ed energia elettrica (28%), da salumi, carni, alimenti per animali e carburanti (tutti al 27%).
Le strategie di “difesa” al supermercato
Il Report contiene anche un focus dedicato agli effetti dei rincari sulla spesa alimentare, concentrandosi sulle strategie di acquisto messe in atto dalle famiglie per fare fronte all’aumento dei prezzi dei prodotti.
Il 51% degli intervistati dichiara di aver ridotto l’acquisto di prodotti superflui (-7 punti percentuali rispetto a settembre 2022), il 49% di limitare gli sprechi di cibo (-4 punti), il 46% di acquistare soprattutto i prodotti in promozione (-9 punti), il 42% di fare maggiori scorte di prodotti scontati, il 32% (-6 punti) di cercare i prodotti più convenienti, anche se non abitualmente consumati.
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