L'Italia chiede più prestiti senza busta paga
8 mag 2015 | 3 min di lettura | Pubblicato da Franco C.
Oggi si chiedono prestiti per rispondere a esigenze fondamentali e non superflue od occasionali
In Italia si assiste da qualche tempo a un fenomeno interessante, da un lato, e al contempo un po' preoccupante dall'altro: sono in aumento le richieste di prestiti personali (+10,8% ad aprile, rispetto a un anno fa, tra prestiti personali e finalizzati secondo i dati Crif) necessari per affrontare le spese essenziali e non quelle superflue. Prestiti necessari, cioè, a pagare bollette, tasse e debiti che premono con le scadenze, più che spese straordinarie o voluttuarie, come accadeva una volta. Il dato è ancora più interessante solo a considerare il fatto che oggi bussano alla porta delle banche e delle finanziarie, per chiedere liquidità sotto forma di finanziamenti, sempre più soggetti a rischio di rimborso, persone cioè che non possono presentare solide garanzie per la restituzione del debito. In parole povere, in Italia aumentano le richieste di prestiti personali inoltrate da parte di chi non abbia né un posto fisso né un reddito sicuro: disoccupati, casalinghe, giovani studenti i quali non sono in grado di offrire come garanzia un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Le richieste aumentano al Sud. La crescita delle richieste di prestiti senza busta paga è più forte al sud Italia, dove è in aumento del 10% rispetto a dodici mesi fa. Attenzione però, perché i dati dicono che in tutto il 2014 sono cresciuti tutti prestiti richiesti per ottenere liquidità, tanto che ora essi rappresentano il 25% del totale del finanziamenti, con un forte incremento però di quelli senza busta paga. In questo senso è evidente che il problema della mancanza di posti di lavoro abbia un impatto forte sui prestiti personali, come testimonia il forte ridimensionamento delle cifre medie richieste, in calo del 15% negli ultimi sei mesi. Un calo ancora maggiore quando si parla di prestiti senza busta paga: l’importo medio richiesto di solito, infatti, è di circa 3 mila euro, ben al di sotto rispetto agli oltre 12mila euro richiesti per normali prestiti personali, stante uno stipendio medio dei richiedenti che, secondo le statistiche, si aggira intorno a 1.500 euro mensili. Il motivo di questa differenza? Semplice, il fatto che le banche non intendono erogare finanziamenti, se non per importi ridotti, se il richiedente non è in grado di presentare garanzie reddituali: questo perché gli istituti di credito vogliono evitare di esporsi troppo con crediti a rischio.
Fino a qualche anno fa, questi erano prestiti concessi con benevolenza dalle banche le quali, anche se con qualche reticenza, li erogavano anche senza solide garanzie reddituali solide. Oggi la situazione è cambiata: le banche vogliono rendere più solidi i bilanci, in modo da tenere lontano il rischio di esposizione verso i cosiddetti crediti a rischio. Per questo oggi, anche se aumentano le richieste, è più difficile rispetto al passato ottenere un prestito senza busta paga.
Non tutto è perduto.Detto questo la situazione non è disperata. Prima di tutto perché esistono strumenti a tutela del credito che vengono in aiuto dei richiedenti: la cambiale, per esempio, che, in caso d'insolvenza, contempla il pignoramento dei beni del ricevente, o la fidejussione bancaria, o l'ipoteca sui beni immobili e il pegno su quelli mobili di valore.
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