Italiani spendaccioni, ma migliori di tanti paesi europei
31 gen 2020 | 2 min di lettura | Pubblicato da Franco C.
A Natel il 13% degli italiani ha speso più di quanto potesse permettersi
Italiani popolo di poeti, santi, navigatori e risparmiatori? Non proprio, almeno secondo lo studio curato da Intrum, colosso del recupero crediti nato a Stoccolma. Durante le festività natalizie appena passate, sostiene Intrum, il 13% degli italiani ha speso ben di più di quanto si potesse permettere: il 9% di questi spendaccioni, poi, lo ha fatto ricorrendo a prestiti personali oppure a un aumento del plafond nella carta di credito; tutti gli altri si sono accontentati di andare in rosso sul conto. Spendaccioni sì, ma non come gli altri europei. Le percentuali del nostro Paese, va detto, risultano ampiamente inferiori rispetto alla media d'Europa: il 23% degli europei, infatti, secondo Intrum, spende in regali di Natale più di quanto si possa permettere. Di questi, il 14% lo fa grazie a prestiti personali o a carte di credito.
Italia decima in classifica per le spese natalizie. Nell'Ecpr 2019 meglio di Olanda, Belgio, Francia e Spagna. Insomma: anche sotto le feste, gli italiani mantengono la loro propensione al risparmio, anche se, con qualche esagerazione in più, non riescono a occupare le prime posizioni della classifica delle formiche europee. L'Italia, infatti, occupa il decimo posto dell'Ecpr, l'European consumer payment report 2019, speciale graduatoria realizzata da Intrum nel segmento dedicato alle spese post festività. Dopo di noi c'è la Spagna e la Gran Bretagna.
Italia nona formichina europea per risparmio mensile. E comunque l'Italia resta sopra alla media europea, visto che l'84% degli italiani sostiene di essere in grado di risparmiare ogni mese contro il 79% dei cittadini Ue. Nel ranking globale dell'Ecpr, il nostro Paese è nono per risparmio totale, ben sopra la media europea, davanti a Olanda, Belgio, Francia e Spagna. La classifica tiene conto di quattro punti: propensione al risparmio, capacità di pagare le bollette in tempo (l'Italia è dodicesima, sopra la media), accesso al credito (Italia quattordicesima, peggio di Spagna e Grecia) e alfabetizzazione finanziaria (Italia sedicesima, fa peggio di Portogallo e Grecia, ma resta davanti a Belgio e Francia).
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