Italia, consumi a picco (peggio che nel resto d'Europa)
30 apr 2021 | 2 min di lettura | Pubblicato da Paolo F.
In aumento il tasso di risparmio
Nel 2020 l’Italia ha registrato un calo dei consumi del 30%. Per far capire le dimensioni: chi spendeva al bar tre euro al giorno, adesso ne spende due.
In nessuno tra i principali Paesi Ue il tonfo è così fragoroso. Rispetto ai livelli pre-pandemia, la spesa dei consumatori in Spagna si è ridotta del 25%, in Francia del 20% e in Germania “solo” del 15%.
Questi dati sono l’esito dello studio ifo-N26 Economic Monitor, realizzato dalla Global Digital Bank N26.
In aumento il risparmio delle famiglie
L'indagine ha osservato un notevole incremento dei tassi di risparmio in tutte le principali economie europee.
In altre parole: ha smesso di spendere non solo chi aveva le casse vuote, ma anche chi ha preferito mettere risorse da parte in uno scenario molto incerto. Un approccio che pesa non solo sulla spesa corrente, ma anche sulla sottoscrizione di prestiti.
In Germania si è registrato il più ampio aumento dei risparmi, con un +50%. Seguono Spagna (+42%), Francia e Italia (+30%), che così ha accentuato una storica tendenza al risparmio.
Segnali di risveglio
Nel 2021 si intravedono però segnali di ripresa.
Alcuni indicatori, come il consumo di energia, i flussi di trasporto e i pagamenti al dettaglio, indicano un moderato recupero in Italia, ma con andamenti disomogenei tra settori. Alcuni settori non si sono mai fermati, altri stanno riprendendo la marcia.
Il responsabile del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, Eugenio Gaiotti, ritiene che la produzione industriale sia cresciuta poco meno dell’1%nell'ultimo trimestre.
Per i beni durevoli, in particolar modo per la casa, la ripresa è sostenuta dall’impiego di una parte del risparmio accumulato in questi mesi, da politiche e incentivi a favore del settore, ma anche da un nuovo modo di vivere la casa, anche come ambiente lavorativo.
Servizi ancora deboli
I servizi restano invece ancora molto deboli. Il rimbalzo registrato in alcuni comparti è, più che altro, un “effetto ottico” statistico, visto che il confronto è con un periodo azzoppato dalla pandemia.
L’Icc (Indicatore di Consumi di Confcommercio) segnala una crescita del 20,6% a marzo su base annua. Una crescita decisa, che purtroppo non compensa le perdite: rispetto a marzo 2019, il dato è ancora inferiore del 19%.
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