Istat: nei prossimi due anni consumi in aumento e inflazione in calo
8 giu 2023 | 3 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.
Buone notizie anche dal mercato del lavoro
Buone notizie dall’Istat: secondo l’analisi sulle prospettive per l’economia del nostro Paese formulate dall’istituto nazionale di statistica, nei prossimi due anni ci attende un aumento dei consumi e un calo dell’inflazione.
Sono previsti miglioramenti anche nel mercato del lavoro e un recupero del potere d’acquisto delle retribuzioni degli italiani. Per l’economia potrebbe quindi innescarsi nuovamente un circolo virtuoso grazie a una rinnovata fiducia degli italiani nella propria capacità di spesa e a una maggiore sostenibilità nel pagamento rateale di mutui e prestiti.
Occupazione e consumi in aumento
Secondo le previsioni dell’Istat, il Pil italiano dovrebbe crescere sia nel 2023 (+1,2%) sia nel 2024 (+1,1%), seppur in rallentamento rispetto al 2022. Nel biennio di previsione, l’aumento del Pil verrebbe sostenuto principalmente dal contributo della domanda interna (+1 nel 2023 e +0,9 nel 2024) e da quello più contenuto della domanda estera (+0,3 e +0,2 p.p.).
I consumi delle famiglie, in linea con l’andamento dell’attività economica, dovrebbero registrare un aumento nel 2023 (+0,5%), che si rafforzerà l’anno successivo (+1,1%), grazie all’ulteriore riduzione dell’inflazione associata a un graduale recupero delle retribuzioni e al miglioramento del mercato del lavoro.
Secondo l’analisi dell’Istituto di statistica, “nel biennio di previsione, l’occupazione, misurata in termini di unità di lavoro (ULA), segnerà una crescita in linea con quella del Pil (+1,2% nel 2023 e +1% nel 2024). Il miglioramento dell’occupazione si accompagnerà a un calo del tasso di disoccupazione che scenderà al 7,9% quest’anno e al 7,7% l’anno successivo”.
Costo della vita finalmente in discesa
Le buone notizie interessano anche l’andamento del livello dei prezzi che finora ha svuotato il portafoglio degli italiani. Come precisa l’Istat, nei primi mesi del 2023, si sarebbe già registrato un rallentamento dell’inflazione trainato dalla flessione delle quotazioni di petrolio e gas naturale, e delle materie prime agricole che hanno avuto impatto nelle diverse fasi del processo di formazione dei prezzi.
“Sotto l’ipotesi di normalizzazione dei prezzi delle materie prime agricole e del gas naturale nei prossimi mesi e di una stabilizzazione delle quotazioni del petrolio e del cambio, nell’anno in corso la dinamica dei prezzi è prevista in parziale decelerazione”, si legge nel documento Istat. “Il percorso di rientro dell’inflazione, favorito dalla discesa dei prezzi dei beni energetici e dalle politiche restrittive attuate dalle banche centrali, si rifletterà in una riduzione della dinamica del deflatore della spesa delle famiglie residenti sia nell’anno corrente (+5,7%) sia, in misura maggiore, nel 2024 (+2,6%)”.
Con queste parole molto tecniche, in pratica l’Istat ribadisce che i prezzi sono destinati a scendere: il “deflatore” rappresenta una misura del livello dei prezzi di tutti i beni e i servizi prodotti internamente in un'economia. Per calcolarlo occorre fare il rapporto tra il prodotto interno lordo nominale e quello reale moltiplicato per 100. Più questo valore scende e più il costo della vita si riduce.
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