In aumento i prestiti per le imprese femminili
27 nov 2014 | 2 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.
Accordo Abi e Ministeri per finanziare le imprese femminili
E’ in arrivo una boccata d’ossigeno per le imprese guidate dalle donne: si allunga infatti l’elenco degli sportelli bancari a cui è possibile richiedere i finanziamenti su misura per l’avvio, la crescita e il rilancio di attività in temporanea difficoltà a causa della crisi.
Di mese in mese sono aumentate le banche che hanno aderito al Protocollo di Intesa dell’Abi per l’accesso al credito delle imprese femminili siglato a giugno con il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dello Sviluppo Economico e le associazioni imprenditoriali.
Tre linee di finanziamenti già attive: “Investiamo nelle donne”, finalizzati a realizzare nuovi investimenti, materiali o immateriali, per lo sviluppo dell’attività di impresa ovvero della libera professione; “Donne in start-up”, finalizzati a favorire la costituzione di nuove imprese a prevalente partecipazione femminile ovvero l’avvio della libera professione; “Donne in ripresa”, finalizzati a favorire la ripresa delle piccole e medie imprese e delle lavoratrici autonome che, per effetto della crisi, attraversano una momentanea situazione di difficoltà.
A oggi sono sedici le banche che hanno reso disponibili i prestiti dedicati all’imprenditoria femminile e nel giro di pochi giorni sarà ufficializzata anche l’adesione del Gruppo Ubi Banca.
La prima a confermarla sua partecipazione nel mese di luglio è stata la Cassa di Risparmio di San Miniato con 5 milioni di euro. Ad aver messo sul piatto i plafond più consistenti sono il Banco Popolare con 100 milioni di euro, il Gruppo Banca Popolare di Milano con 300 milioni di euro e Intesa Sanpaolo con 600 milioni di euro. Al Gruppo Ubi Banca dovrebbero arrivare altri 300 milioni di euro.
All’appello non mancano però anche le banche di dimensioni più piccole ma fortemente presenti nel territorio in cui operano tra cui la Banca di Piacenza,Unipol Banca, Banca di Cesena, Banca Malatestiana, Cassa di Risparmio di Cesena, Banca Popolare FriulAdria, Cassa di Risparmio della Spezia, Banca di Credito Popolare, Bcc delle Prealpi. Dalla Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza, presente con la sua rete di sportelli anche in altre regioni, sono stati messi a disposizione 15 milioni di euro.
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