Gli italiani tagliano le spese, ma non quelle dedicate alla casa
12 gen 2023 | 4 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.
Si salvano elettrodomestici, mobili e telefonia
In tempi di incertezza economica, molte famiglie italiane si preparano a ridurre quegli acquisti e a tagliare quelle abitudini percepite come non essenziali per il proprio benessere o stile di vita. Tale tendenza sembra essere già in corso, come rivelano i dati emersi dalla XXIX edizione dell’Osservatorio Findomestic che stima un calo annuo in valore del 2% dei consumi di beni durevoli che tornano a registrare 69,1 miliardi di euro come nel 2019.
Ma dietro il valore medio dei consumi si celano scelte ben precise: ad esempio, tutto ciò che è legato all’ambito domestico viene risparmiato dalla “spending review” delle famiglie. La casa, riscoperta durante la pandemia viene attrezzata in modo tale essere sempre più confortevole: continuano quindi a crescere gli acquisti di mobili, elettrodomestici e prodotti di telefonia, sostenuti sia dal ricorso a liquidità già accantonata, sia dalla possibilità di rateizzare consentita dai prestiti finalizzati all’acquisto.
Spesa per la casa: cucina e soggiorno protagonisti
Secondo i dati dell'Osservatorio, realizzato dalla società di credito al consumo del Gruppo Bnp Paribas in collaborazione con Prometeia, gli italiani hanno reagito all'emergenza inflazione e al clima di incertezza investendo sulla dimensione domestica, come già accaduto nel 2020 e nel 2021 sull'onda della crisi pandemica. I beni legati alla casa raggiungeranno, secondo le stime, un valore di 34 miliardi, a un passo dai 35 miliardi del mondo dei motori.
Il ripiegamento verso la sfera familiare emerge anche dall'analisi relativa ai primi nove mesi dell’anno dei trend che restituiscono l'immagine della casa come ambiente-rifugio: gli incrementi dell’8,9% dei frigoriferi, del 14,1% dei piani cottura, del 18,8% dei mobili da salotto, del 26,4% dei filtri per l'acqua e del 49,5% delle friggitrici testimoniano la centralità della cucina e del soggiorno e il desiderio di avere uno spazio domestico sempre più multifunzionale.
Le agevolazioni fiscali spingono l’arredamento
Nell’universo casa, i mobili crescono in valore del 4,8% (grazie ad un incremento dei prezzi medi del 7% e nonostante un calo dei volumi del 2,1%) e toccano i 16,82 miliardi di fatturato, sfiorando così i 17,15 miliardi della tecnologia consumer, che non va oltre il +0,6%: in un anno il gap tra i due comparti si è ridotto da 1 miliardo a 300 milioni di euro, secondo i dati dell’Osservatorio Findomestic.
Oltre ai mobili da soggiorno (+18,8%) e da cucina (+7,8%), dopo i primi tre trimestri, risultano in forte espansione quelli da ufficio (+40,4%) sotto la spinta delle dotazioni domestiche per lo smart working, per molti ancora da perfezionare. Più in generale, il comparto del mobile resta favorito dalle agevolazioni fiscali e dal traino al rinnovo degli ambienti domestici indotto dalla riqualificazione energetica degli immobili.
Meno asciugatrici e più filtri per l’acqua
Tutto l’ambito della tecnologia sconta la corsa all’acquisto degli ultimi due anni e concluderà il 2022 a 2,44 miliardi con una flessione del 7,2% in valore e del 12% in volume.
Ma nella tecnologia consumer, la telefonia rafforza la propria leadership rasentando i 6,4 miliardi in valore grazie a un balzo del 7,1% nel quale l’aumento dell’11% dei prezzi va a bilanciare il calo del 3,5% dei volumi. Protagonisti indiscussi del comparto, a tutto settembre, sono gli smartphone che rappresentano circa l’84% del giro d’affari della telefonia: se ne comprano meno (-4,7% in volumi) ma si pagano di più (+7,3% di inflazione), per un giro d’affari in crescita del 2,2%; positivo anche l’andamento dei dispositivi indossabili (+10,2%) e dei supporti per i device (+15,4%).
Per quanto riguarda gli elettrodomestici, il fatturato dei prodotti di grande dimensione sale del 4,4% (3,96 miliardi), sostenuto dal +9% dei prezzi che compensa la flessione del 4,2% dei volumi di vendita, mentre il giro d’affari dei piccoli aumenta del 2,2% (1,91 miliardi) con un calo dei volumi contenuto a -1,8% e un’inflazione al 4,1%. Si ferma quest’anno la “cavalcata” delle asciugatrici, che perdono a settembre oltre un quinto del mercato (-21,1%) rispetto all’anno precedente. Non sorprende, invece, il +26,4% dei filtri per l’acqua, eloquente segnale dello stop alla plastica nelle abitudini domestiche.
Meno auto, più bici elettriche
Il settore dei motori è quello più penalizzato dalla riduzione della capacità di acquisto delle famiglie italiane a causa dell’inflazione. La flessione del 6,2% del settore motori è l'esito del calo 11,5% dei volumi di vendita combinato al +6% dei prezzi. All’interno del comparto, si allarga a 4 miliardi di euro la forchetta tra usato e nuovo: a fine 2022,secondo le proiezioni dell’Osservatorio Findomestic, le auto di seconda mano perderanno il 3,4% assestandosi a quota 18,58 miliardi, mentre quelle di nuova immatricolazione acquistate dai privati toccheranno il record negativo di -10,6% sprofondando a 14,45 miliardi.
In controtendenza, nel settore mobilità, il comparto delle due ruote, che dà seguito all’accelerazione avviata nella fase post-pandemica e fa registrare un fatturato annuo di 2,12 miliardi con una crescita del 2,7%. Secondo l’Osservatorio, il risultato è essenzialmente espressione dei nuovi trend legati, da un lato, all’opportunità di spostamento senza rischi di contagio e, dall’altro, all’emergente sensibilità verso il tema della sostenibilità ambientale, come testimonia il boom dei ciclomotori elettrici.
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